ITINERARI E LUOGHI
Quattru casuzze e una chiesetta: il "luogo di passaggio" sotto le stelle vicino a Palermo
Le campagne sovrastano i panorami siculi, rimasti indietro nel tempo, dove le modernità trovano spazio a tratti: la storia di una frazione a pochi passi da Palermo

Chiesa del Rosario di Regalgioffoli
Spinti dalla necessità di vivere in simbiosi con l’entroterra palermitano, le “basse” Madonie accompagnano i curiosi dentro la ruralità siciliana.
“Lu ciavuru e li sapura” della natura incontaminata primeggiano di particolari non indifferenti. “Li strati malicuminati” fanno da cornice a paesaggi mozzafiato, a dir poco incantevoli.
Le campagne sovrastano i panorami siculi, rimasti indietro nel tempo, dove le modernità trovano spazio a tratti. Il progresso si lascia condizionare dalla bellezza degli ambienti vivaci e caldi, di luoghi che lasciano il segno con pochi dettagli. Ecco spuntare dal nulla “di quattru casuzzi e na chiesuzza”.
È Regalgioffoli? Sì, a 550 metri sul livello del mare chiama i turisti all’attenzione. Lo sguardo supera i confini razionali e… irrazionali. Spuntano “oasi” azzurre.
Fonti documentate sono testimoni di una presenza araba (il nome deriva dall’arabo Rachai-joff o Rahal-jaffal) interpretata come “Casale dell’abbondanza” o “luogo di passaggio”. Il feudo (secondo gli studi dello storico Barberi) fu possedimento di un poeta, Nicolò da Caccamo.
Quest’ultimo, ribellatosi a re Martino, dovette cedere per confisca il bene (devoluto alla regia curia). Successivamente fu donato da re Alfonso il Magnanimo a Donisio Parisi (giugno 1431). L’obiettivo principale era la ripopolazione (e dare lustro al territorio).
Cosa riuscita nel tempo. Sì, è l’elemento imprescindibile dell’intera visita. Torniamo indietro di decenni, come se la vita non fosse cambiata in quelle zone.
Assumiamo atteggiamenti “da bambini” spensierati. Durante la passeggiata incontriamo distese aperte e proviamo a raccogliere un frutto. Il verde si mescola a lunghi tratti gialli, mentre in lontananza ammiriamo il comune di Alia, i confini con la “vicina” Vicari e le linee deformi dei monti.
Un quadro panoramico interessante, lontano dai canoni vissuti quotidianamente. Un attimo di respiro, seduti su uno dei tanti muretti che lasciano spazio alle immaginazioni.
È un pezzo di Sicilia inesplorata. Il venticello - di proporzioni leggere - emana profumi che provengono dai mandorleti.
Insieme ai fichi d’India rappresentano le colture più importanti della piccola frazione. Grazie alla partecipazione attiva della “Regalgioffoli Ecotour” sono stati istituiti gli itinerari turistici, enogastronomici e culturali.
Le sagre sono esempio di unità e conoscenza dei prodotti tipici locali. Oltre al profumo meritano un assaggino “squisitamente approfondito”. Ancora una volta - come sempre del resto - ci lasciamo andare alle prelibatezze culinarie.
La “cubbaita” è un croccante fatto con semi di sesamo. Merita conoscenza attiva la pasta al pesto di mandorle, la zabbinata e per concludere un bel gelato alla mandorla.
La pausa è conclusa, architettura, archeologia e astronomia sono le prossime tappe. Nel territorio sono disseminate diverse tombe rupestri.
Monoliti scavati e incastonati che raccontano le fasi millenarie. Di notevole interesse - seppur di giovane entità - è la Chiesa della Madonna del Rosario.
Costruita nel 1819 per volere dei baroni Giacomo Gloriano Lo Squiglio e Giuseppe Denaro, rimase alle dipendenze della curia vescovile di Termini Imerese (successivamente passò alle dipendenze della chiesa Madre di Roccapalumba).
A unica navata, custodisce il gruppo ligneo della Vergine col Bambino e San Domenico (inizi del XIX sec.). Divenne parrocchia a partire dal 1932.
Manca l’ultimo atto: l'Osservatorio Astronomico di Contrada Pizzo Suaro. È l’esatto momento in cui scienza e realtà fondono tutto attraverso le stelle.
Diventiamo esseri minuscoli di fronte alla bellezza del telescopio “potente”. In una “frazione millesimale” passiamo dalle campagne al cielo stellato. Ce l’abbiamo fatta, possiamo dire di aver toccato le stelle insieme alla piccola borgata di Regalgioffoli.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|