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Quando in via La Loggia c'era la "Casa dei Matti": un video degli anni '60 svela com'era

Fondato nel 1824, lì dentro vennero ricoverati circa 2.500 pazienti (anziani, donne e bambini compresi). L'ultimo paziente lasciò quelle mura nel 2001, il video

Balarm
La redazione
  • 13 marzo 2024

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Real Casa dei Matti è il nome che fu dato all'ospedale psichiatrico di Palermo verso la fine dell'800.

Fu grazie a Pietro Pisani che nel capoluogo siciliano fu aperto un edificio da dedicare esclusivamente ai soggetti con patologie psichiatriche, all'insegna di cambiamenti decisamente innovativi per l'epoca.

Gli ambulatori, le degenze, le infermerie, la clinica psichiatrica, i locali dell'amministrazione e della direzione, la lavanderia, la colonia agricola vennero inaugurati tra il 1888 e il 1928.

Un video degli anni '60 svela com'era. Siamo alla Vignicella, nel complesso monumentale sito in via La Loggia 5.

Pisani proibì le punizioni e stabilì che le camicie di forza potevano venire adoperate solo in casi di estrema urgenza, ciò nonostante, alcuni pazienti dormivano sulla sola struttura metallica del letto perché a volte, capitava, che mangiassero il proprio materasso.

Fu il pioniere, a Palermo, dell'approccio psicologico da sostituire a quello farmacologico e si può dire che l'edificio fu il primo in Europa a essere concepito per la cura e la degenza dei malati di questo tipo.
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Nell'ospedale psichiatrico "Pisani", negli anni Settanta, vennero ricoverati circa 2.500 pazienti, anziani, donne e bambini compresi, ma il personale sanitario risultava numericamente inadeguato.

Grazie ai mezzi di comunicazione arrivano anche al Sud le eco del movimento di rinnovamento di Basaglia - medico e psichiatra, padre della Legge 180 che scardinò quella sui manicomi - che al Nord era riuscito a smantellare le strutture sanitarie lager e a riformare la realtà ospedaliera, creando delle unità dov'era possibile una maggiore integrazione tra malati e ambiente circostante.

Dal 1974, in particolare, a Palermo prende forma l'azione di contestazione all'esistenza dei manicomi, strutture lager che non avevano alcuna funzione terapeutica reale.

Al centro della protesta la denuncia del manicomio come luogo di internamento e marginalizzazione: il manicomio - diceva uno degli slogan - è solo per i più poveri, perché, come ricorda la professoressa Manoela Patti, docente di Storia contemporanea e coordinatrice di una ricerca sulla psichiatria nel Mezzogiorno d'Italia, nei manicomi non finivano soltanto i malati psichiatrici, ma più spesso assumeva una funzione di "asilo" in senso più ampio.

Rai Cultura ha ricordato la figura e l'opera di Franco Basaglia, a cento anni dalla nascita, con una programmazione dedicata.

La puntata di "Storie contemporanee" dal titolo Fuori i matti! Il Mezzogiorno e la Legge Basaglia, fa un salto anche a Palermo e nel suo "manicomio".

Negli anni Ottanta e Novanta, anche nel Meridione inizieranno i primi esperimenti di socioterapia, funzionali al reinserimento dei malati psichiatrici nella società.

Dall'iniziativa di alcuni psichiatri più sensibili alle disumane condizioni dei pazienti, si cominceranno a realizzare laboratori di socioterapia in cui saranno coinvolti allo stesso modo pazienti, medici e personale infermieristico.

Foto in copertina: "Matte per sempre", di Shobha
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