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Posti che forse erano più belli prima: i segreti della Stazione Centrale di Palermo

La struttura originale aveva una una grande tettoia dalle eleganti linee in ferro e vetro che però, nel 1941, è stata demolita per recuperare gli elementi metallici per la guerra

  • 9 marzo 2019

Affaccendata, ciarliera, frettolosa e spesso con al seguito un gonfio trolley, la gente che transita nella Stazione centrale ferroviaria di Palermo ha davvero poco tempo per ammirare il suo aspetto imponente.

Ma sicuramente il momento della sua edificazione fu un evento straordinario. Difatti, per le aumentate esigenze della città, la prima stazione ferroviaria inaugurata il 28 aprile 1863 in via del Secco (attuale via Silvio Boccone) si rivelò inadeguata.

Ed in particolare per il decoro cittadino, così come aveva già dichiarato pochi giorni dopo la sua stessa inaugurazione il sindaco dell'epoca Mariano Stabile.

Negli anni successivi, fra le varie ipotesi di un luogo consono, fu proposta l'area di via Lincoln fra l'Orto Botanico e Porta Reale. Idea che fu ragionevolmente scartata poiché, con tutta probabilità, avrebbe previsto l'abbattimento di Villa Giulia e dello stesso Orto Botanico.

Infine la zona designata fu quella originaria, giustappunto nei pressi di via del Secco, oltretutto già dotata di impianto ferroviario e soprattutto localizzata in uno spazio confacente. Fu proprio in questa area, fra la porta di Vicari (o di Sant'Antonino) e la porta di Termini (non più esistente) e occupata prevalentemente da orti e giardini e da alcuni agglomerati di case a ridosso delle strade, che sorse la nuova Stazione ferroviaria.
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Fu edificata nel 1885 ed inaugurata il 7 giugno 1886 con un prospetto monumentale e degli elementi classico-rinascimentali riproposti anche nelle decorazioni.

Essa ancora offre delle bellissime testimonianze pittoriche esistenti nella sala d'aspetto della prima classe, ma ancor più visibili agli occhi di tutti nei soffitti dell'atrio laterale esterno che si prospetta su piazza Giulio Cesare verso via Rocco Pirri.

Basta soffermarsi un attimo rivolgendo lo sguardo in alto e si possono ammirare degli splendidi affreschi ad opera dell'ingegno, nell'ideazione e nella coordinazione, del pittore Rocco Lentini.

Tra le volte sorrette da colonne dotate di capitelli si possono notare l'aquila, emblema del comune di Palermo e le indicazioni delle distanze con altri luoghi siciliani o con i più importanti comuni italiani,tutti rappresentati con i loro stemmi.

Malgrado il tempo e lo smog, alcuni colori sono ancora vividi. Tuttavia è un vero peccato che queste decorazioni giacciano abbandonate a se stesse.

Così tanta arte ignorata e destinata ad un lento ed inesorabile degrado richiede degli urgenti interventi di restauro, affinché queste decorazioni vengano riportate al loro antico splendore, memori di un'epoca che ha segnato una tappa importante per la nostra città.
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