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Perché se fai il bagno ti sembra che il mare sia sempre più caldo: cosa succede in Sicilia

Notti tropicali, una riduzione del pescato nel Mediterraneo e non solo. Il mare è molto più caldo rispetto al passato e gli molti studi scientifici ci mettono in guardia

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 30 luglio 2024

La spiaggia Tonnarella

Non è più solo l’opinione di qualche sparuto bagnante, che si lamenta della temperatura dell’acqua. Il Mediterraneo è divenuto molto più caldo rispetto anche solo al recente passato e sono molti gli studi scientifici che mettono in guardia relativamente alla salvaguardia dei nostri ecosistemi marini, per colpa dell’innalzamento delle temperature.

Secondo l’ENEA, durante l’inverno appena trascorso, la temperatura media del golfo di Napoli ha registrato per la prima volta un aumento di circa 1° C rispetto alla media degli ultimi 7 anni, arrivando a toccare i 15,5°C.

Un dato molto simile a quello registrato nello Stretto di Messina, che da anni viene monitorato dagli studiosi dell’ENEA (insieme alle acque di Porticello, in provincia di Palermo) per fornire dell’indicazioni sulle temperature del Mediterraneo e del mar Tirreno in particolare.

Le ragioni climatiche di questo surriscaldamento sono abbastanza note e sono correlate all’emissioni di gas serra che continuano a inquinare la nostra atmosfera. In estate, tuttavia, le conseguenze di queste emissioni si fanno più gravi, in particolare all’altezza della costa, con il mare che non riesce a raffreddarsi a sufficienza durante le “notti tropicali” (ormai molto note ai siciliani).
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A confermare i timori degli scienziati ci sono anche i dati rilasciati dal sistema Copernicus, che monitora lo status meteorologico del continente europeo e del mar Mediterraneo.

Nel corso delle ultime settimane, si sono infatti susseguite le notti più calde mai rilevate in Sicilia come nel resto del Mediterraneo. Una tendenza che sta mettendo in allarme tutti gli esperti di settore, timorosi che negli anni prossimi la siccità continui a colpire la nostra isola. «Questi dati confermano l’allarme sulle temperature dell’aria e del mare lanciato dal Servizio UE Copernicus» chiarì nei mesi scorsi Ernesto Napolitano del Laboratorio ENEA di Modellistica climatica, in riferimento alle alte temperature che si sarebbero percepite in estate.

«Questi cambiamenti non sono solo numeri ma segnalano che ci troviamo agli inizi di un processo più ampio e che tali fenomeni accadranno in modo sempre più frequente». Quali saranno però le conseguenze più gravi di questo surriscaldamento per quanto riguarda il Mediterraneo? Per prima cosa, le spiagge più affollate cominceranno a dare meno ristoro a coloro che tenteranno di sfuggire dalla calura estiva percepibile nelle città. Essendo infatti più calde rispetto che in passato, le spiagge saranno molto meno confortevoli e piacevoli, in particolare nel momento d’immergersi.

La sensazione sarà infatti quella di fare il bagno in una pozza d’acqua calda, mentre le alte temperature favoriranno la proliferazione delle meduse, in particolare quelle provenienti dai mari tropicali e considerate mediamente più pericolose, per via del bruciore prodotto dai loro tentacoli. L’aumento delle temperature marine porterà anche a un brusco cambiamento all’interno degli ecosistemi, con la scomparsa di moltissime specie poco adatte al caldo e l’arrivo di specie aliene, provenienti dal Mar Rosso e dall’Atlantico.

Ciò comporterà una riduzione ulteriore del pescato, che avrà delle serie conseguenze a livello economico e sociale. Infine, il surriscaldamento marino avrà anche delle conseguenze a livello delle foreste di Posidonia oceanica e delle strutture coralligene, la cui scomparsa potrebbe provocare una delle peggiori estinzioni della storia del Mediterraneo.

Questi due ecosistemi, infatti, consentono a centinaia di specie di riprodursi, nutrirsi e prosperare, ma le alte temperature risultano la minaccia più grande per la loro conservazione, visto che spingono le alghe ad abbandonare i coralli (provocando il fenomeno dello sbiancamento) e alla Posidonia di ridurre la durata delle proprie fasi di crescita, indebolendo la propria struttura.

Definire invece quale delle spiagge siciliane risulta essere più calda è molto difficile, visto che le temperature medie di ciascun mare sono legate alla conformazione del territorio, alle condizioni atmosferiche, alla colorazione della sabbia (la sabbia scura trattiene maggiormente il calore, rispetto la sabbia bianca), alla temperatura dell’aria e all’eventuale presenza o assenza di zone d’ombra sulla battigia. Nella giornata del 29 luglio 2024, le spiagge più calde sono quelle dell’Eolie, con le acque dell’Isola di Vulcano e di Lipari che sfiorano i 29.5 ° C a mezzogiorno, e di Cefalù, con i suoi 29 ° C.
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