ARTE E ARCHITETTURA
Parole che accendono i riflettori sulle migrazioni: a Palermo c'è "Crossing borders"
La mostra prevede l'installazione di sei opere ogni due mesi, fruibili per tre anni in modo totalmente gratuito. Spunto di riflessione quotidiano per studenti e pubblico

"I sommersi e i salvati", l'opera di Claire Fontaine esposta a Palermo
Sei opere esposte alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, che diventano spunto di riflessione quotidiano per studenti e pubblico.
"Crossing Borders, Popoli in Movimento" è un progetto artistico e umanistico promosso dalla Fondazione Ghenie Chapels – Mecenatismo per l'Arte. La mostra è curata dalla scrittrice e giornalista Alessandra Borghese, in collaborazione con l'Università degli Studi di Palermo.
Il progetto esplora il fenomeno delle migrazioni attraverso le opere di sei artisti di fama internazionale: Claire Fontaine, Yuri Ancarani, Paolo Pellegrin, Francesco Vezzoli, Loredana Longo e Adrian Ghenie. Tra le altre cose prevede incontri con gli artisti e approfondimenti accademici organizzati dal Dipartimento di Scienze Umanistiche.
Le opere vengono inaugurate ogni due mesi e sono fruibili in modo gratuito per tre anni.
L'opera inaugurale, installata il 26 marzo è I sommersi e i salvati di Claire Fontaine. Si tratta di un’opera ispirata al titolo dell’ultimo libro di Primo Levi, in cui la sopravvivenza allo sterminio è descritta in tutta la sua problematicità.
Nell’introduzione al suo libro, scritta nel 1986, Levi scrive chiaramente che la fine dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale non è la fine dei genocidi e delle violenze, che ancora questi orrori nonostante tutto si ripetono e oggi come allora è importante ricordare che ogni sommerso può e deve essere salvato.
Claire Fontaine è un collettivo artistico concettuale e femminista fondato a Parigi nel 2004 da Fulvia Carnevale e James Thornhill. Il nome si ispira a Marcel Duchamp e alla celebre marca di quaderni francesi, simbolizzando uno spazio di libertà e desoggettivazione. Dal 2017 vive e lavora a Palermo.
«La forma della scultura luminosa - afferma Claire Fontaine - evoca un’onda che circonda le parole ma anche i due binari che formano un arco attorno alla scritta "Arbeit Macht Kapital" sui cancelli di Auschwitz».
"Accendendo" queste parole nello spazio dell’università, Claire Fontaine non manifesta solo il desiderio di riattivare la memoria di atrocità passate e ravvivare l’impegno a impedire che si ripetano, ma anche di creare un dibattito su chi siano oggi i sommersi e i salvati.
"Crossing Borders, Popoli in Movimento" è un progetto artistico e umanistico promosso dalla Fondazione Ghenie Chapels – Mecenatismo per l'Arte. La mostra è curata dalla scrittrice e giornalista Alessandra Borghese, in collaborazione con l'Università degli Studi di Palermo.
Il progetto esplora il fenomeno delle migrazioni attraverso le opere di sei artisti di fama internazionale: Claire Fontaine, Yuri Ancarani, Paolo Pellegrin, Francesco Vezzoli, Loredana Longo e Adrian Ghenie. Tra le altre cose prevede incontri con gli artisti e approfondimenti accademici organizzati dal Dipartimento di Scienze Umanistiche.
Le opere vengono inaugurate ogni due mesi e sono fruibili in modo gratuito per tre anni.
L'opera inaugurale, installata il 26 marzo è I sommersi e i salvati di Claire Fontaine. Si tratta di un’opera ispirata al titolo dell’ultimo libro di Primo Levi, in cui la sopravvivenza allo sterminio è descritta in tutta la sua problematicità.
Nell’introduzione al suo libro, scritta nel 1986, Levi scrive chiaramente che la fine dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale non è la fine dei genocidi e delle violenze, che ancora questi orrori nonostante tutto si ripetono e oggi come allora è importante ricordare che ogni sommerso può e deve essere salvato.
Claire Fontaine è un collettivo artistico concettuale e femminista fondato a Parigi nel 2004 da Fulvia Carnevale e James Thornhill. Il nome si ispira a Marcel Duchamp e alla celebre marca di quaderni francesi, simbolizzando uno spazio di libertà e desoggettivazione. Dal 2017 vive e lavora a Palermo.
«La forma della scultura luminosa - afferma Claire Fontaine - evoca un’onda che circonda le parole ma anche i due binari che formano un arco attorno alla scritta "Arbeit Macht Kapital" sui cancelli di Auschwitz».
"Accendendo" queste parole nello spazio dell’università, Claire Fontaine non manifesta solo il desiderio di riattivare la memoria di atrocità passate e ravvivare l’impegno a impedire che si ripetano, ma anche di creare un dibattito su chi siano oggi i sommersi e i salvati.
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