Palermo e le storie ancora da scoprire: i sotterranei segreti del Castello dell'Uscibene
Nessuno si è mai addentrato nei sotterranei del Castello arabo normanno dell'Uscibene: si trova in via Nave, tra la parte alta di corso Calatafimi e Boccadifalco
Il Castello dell'Uscibene, che non è proprio un castello, è un edificio storico di Palermo: i sui sotterranei rappresentano un mondo ancora inesplorato per i tanti curiosi e appassionati di Qanat e segrete.
Siamo in via Nave, tra corso Calatafimi e l'aeroporto di Boccadifalco e questa costruzione, secondo alcune fonti, è databile tra il 1130 ed il 1154.
Ma esperti sostengono che non è scientificamente databile la sua costruzione e "l’attribuzione dell’edificio al regno di Ruggero II è affidata all’esame stilistico".
Non è un castello, si tratta infatti di un "luogo di sollazzo estivo" della curia, probabilmente abitato da alcuni arcivescovi di Palermo.
Come si presenta: troviamo una fontana simile a quella presente nel castello della Zisa, piccole volte di tipo orientale e una piccola chiesa con volte a botte (sequestrata nel 2014 per mancata tutela).
Il monumento è il frutto di una storia stratificata di trasformazioni e di restauri che lo hanno interessato dall'Ottocento ad oggi.
Nel corso del 2018 è emersa l'esigenza di un progetto di restauro del monumento: nono solo l'intero complesso architettonico ma anche il paesaggio urbano e agricolo che lo circondano.
Il dibattito è nato tra le istituzioni e i cittadini e poggia le sue basi sia sul riconoscimento Unesco dell'Itinerario Arabo Normanno della città come patrimonio e sul contrastante stato di abbandono del "castello" dell'Uscibene (o Scibene), edificio dell'epoca e in stile.
Il monumento è stato riaperto per la prima volta durante il festival "Le vie dei tesori" ma i suoi sotterranei sonotutt'oggi inesplorati: un ampio vano - per metà - sotterraneo è coperto da una volta decorata con motivi simili a quelli presenti presso la Cuba.
Siamo in via Nave, tra corso Calatafimi e l'aeroporto di Boccadifalco e questa costruzione, secondo alcune fonti, è databile tra il 1130 ed il 1154.
Ma esperti sostengono che non è scientificamente databile la sua costruzione e "l’attribuzione dell’edificio al regno di Ruggero II è affidata all’esame stilistico".
Non è un castello, si tratta infatti di un "luogo di sollazzo estivo" della curia, probabilmente abitato da alcuni arcivescovi di Palermo.
Come si presenta: troviamo una fontana simile a quella presente nel castello della Zisa, piccole volte di tipo orientale e una piccola chiesa con volte a botte (sequestrata nel 2014 per mancata tutela).
Il monumento è il frutto di una storia stratificata di trasformazioni e di restauri che lo hanno interessato dall'Ottocento ad oggi.
Nel corso del 2018 è emersa l'esigenza di un progetto di restauro del monumento: nono solo l'intero complesso architettonico ma anche il paesaggio urbano e agricolo che lo circondano.
Il dibattito è nato tra le istituzioni e i cittadini e poggia le sue basi sia sul riconoscimento Unesco dell'Itinerario Arabo Normanno della città come patrimonio e sul contrastante stato di abbandono del "castello" dell'Uscibene (o Scibene), edificio dell'epoca e in stile.
Il monumento è stato riaperto per la prima volta durante il festival "Le vie dei tesori" ma i suoi sotterranei sonotutt'oggi inesplorati: un ampio vano - per metà - sotterraneo è coperto da una volta decorata con motivi simili a quelli presenti presso la Cuba.
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