ARTE E ARCHITETTURA
"Palermo Capitale della Cultura": adesso parla Vittorio Sgarbi e ha un sacco di idee
Tanto, tantissimo spazio alla fotografia con retrospettive, collettive e incontri, mostre diffuse fino a Taormina e Agrigento, nuovi luoghi da aprire e qualcosa da lasciare
Patti Smith fotografata da Robert Mapplethorpe
Iniziative che si sviluppano intorno al logo della manifestazione voluta dal Mibact: le quattro "P" in quattro lingue e che mirano a "educare alla bellezza gli occhi, gli animi, le mani e perfino le orecchie".
Una di queste è la mostra "Antonello da Messina" che trova spazio a palazzo Abatellis dal 15 marzo e che si propone di sondare l'arte di Antonello sullo sfondo di quella del suo tempo. Tra ricostruzioni tridimensionali e percorsi didattici, le circa trenta opere in mostra comprendono, naturalmente, l'Annunciata.
Torna a Palermo il ritratto di Franca Florio di Boldini: viene esposto, temporaneamente, a villa Zito per una mostra patrocinata proprio dall'assessorato di Sgarbi e aprile vedrà la seconda edizione di Bias, biennale di arte contemporanea sacra organizzata da Wish - world international sicilia heritage.
Un'idea di Sgarbi è quella di rendere la manifestazione "Palermo Capitale della Cultura" una manifestazione "diffusa" e gemellata con Taormina ma che contamina anche Agrigento, candidata a capitale della cultura 2020.
Qui tra le valli verrà allestita una mostra del maestro fiammingo contemporaneao Jan Fabre decisamente diffusa: da maggio a ottobre sarà divisa per temi e allestita sia al parco archelogico che in spazi pubblici della città.
L'esposizione o parte di essa, declinata in un terzo filone tematico, arriva nello stesso periodo anche a Monreale.
A Taormina invece sono stati pianificati degli interventi artistici con date e luoghi ancora da definire, ma gli interventi sono di rilievo, come le mostre di Piero Guccione, di Bonnad o di Mapplethorpe.
E qui si apre un altro capitolo: quello della fotografia, scritto insieme alla Magnum, al Mibact, a Costrasto, Civita e tanti altri.
Mapplethorpe rientra in un più ampio progetto dedicato a questa arte per festeggiare "Palermo 2019" che fa eco al grandissimo evento, durato tre mesi, "Venezia '79 La fotografia": 3500 fotografie di circa 500 fotografi esposte in 26 mostre, 15 delle quali dedicate a grandi nomi quali Capa, Smith, Cartier-Bresson, Atget, Frank o Stieglitz. 45 workshop della durata di 5 giorni ciascuno tenuti a circa 1000 studenti da ogni parte del mondo da alcuni tra i migliori professionisti internazionali: un miliardo di lire spese.
Il curatore sarà Italo Zannier e i fotografi che vedremo in mostra - da marzo - saranno appunto Capa ("Retrospective" conterà 100 scatti in undici sezioni), McCurry, Salgado, Erwit, Sgroi, Doisneau, Rodchenko e appunto Mapplethorpe, solo per citarne alcuni.
Un altro progetto sembra essere quello di aprire finestre su specifici temi legati a Palermo: quella che per esempio riguarda la cosiddetta "Scuola di Palermo", quello di un museo Florio al villino Florio oppure anche l'esposizione di arte sacra al monastero di Santa Caterina o un'antologica su Iudice al museo Riso.
Nell'ottica di lasciar qualcosa alla città c'è l'idea di ricostruire l'altare dei Gagini e di ricollocare la riproduzione dello Spasimo di Raffaello.
Luoghi e date ancora da definire per molte, moltissime iniziative: ci sono anche contest, workshop, proiezioni, momenti di musica e incontri che verranno ufficializzati prossimamente e un milione di euro di contributo regionale, pari a quello del Mibact.
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