SANITÀ
Obiettivo zero contagi: la data (presunta) in cui in Sicilia potremo stare più tranquilli
Uno studio pubblicato dall'Osservatorio nazionale sulla salute stima le date in cui potrebbe finire l'emergenza Covid19 e si potrà raggiungere un azzeramento dei contagi
A dirlo sono i dati raccolti dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute che ha pubblicato sul suo sito uno studio di previsione per la fine dell'emergenza Covid-19 in Italia.
Uno studio (di cui potete consultare qui la tabella suddivisa per regione) che si basa sui dati raccolti fino al 17 aprile e che stima che saranno proprio le regioni del Nord Italia - le prime ad essere state travolte dai contagi - ad uscirne per ultime, ossia a fine giugno.
Tempistiche diverse dunque nel territorio italiano a seconda delle zone più o meno esposte alla pandemia. Per la Sicilia la data (presunta) a partire dalla quale ci dovrebbe essere uno stop ai contagi è quella del 30 aprile. Prima della nostra regione, ci sono l'Umbria e la Basilicata che potrebbero uscire dall'emergenza già dalla seconda metà del mese di aprile.
Ricordiamo però che parliamo di stime e proiezione, non di dati certi. Lo studio condotto dagli esperti dell'Osservatorio è stato coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio e ordinario di Igiene all’Università Cattolica, e dal dottor Alessandro Solipaca, direttore Scientifico dell’Osservatorio.
In questo momento è quanto mai necessario fornire una valutazione sulla gradualità e l’evoluzione dei contagi, al fine di dare il supporto necessario alle importanti scelte politiche dei prossimi giorni - dichiara Solipaca -. L'obiettivo dello studio è quello di individuare, non la data esatta, ma la data prima della quale è poco verosimile attendersi l’azzeramento dei nuovi contagi e si basa sui dati messi a disposizione quotidianamente dalla Protezione Civile dal 24 febbraio al 17 aprile”.
I modelli statistici stimati per ogni Regione sono di tipo regressivo (di natura non lineare) e, quindi, non sono di tipo epidemiologico, pertanto non fondati sull’ammontare della popolazione esposta, di quella suscettibile e sul coefficiente di contagiosità R0, ma approssimano l’andamento dei nuovi casi osservati nel tempo.
Le proiezioni inoltre tengono conto dei provvedimenti di lockdown introdotti decreti del governo. Pertanto, eventuali misure di allentamento del lockdown, con riaperture delle attività e della circolazione di persone che dovessero intervenire a partire da oggi, renderebbero le proiezioni non più verosimili.
Infine, si sottolinea che la precisione delle proiezioni è legata alla corretta rilevazione dei nuovi contagi, è infatti noto che questi possono essere sottostimati a causa dei contagiati asintomatici e del numero di tamponi effettuati.
Le proiezioni effettuate evidenziano che l’epidemia sista riducendo con estrema lentezza, pertanto questi dati suggeriscono che il passaggio alla cosidetta "fase 2" dovrebbe avvenire in maniera graduale e con tempi diversi da Regione a Regione.
Una eccessiva anticipazione della fine del lockdown, con molta probabilità, potrebbe “riportare indietro le lancette della pandemia” e vanificare gli sforzi e i sacrifici sin ora effettuati.
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