AMBIENTE
Come cambia il Parco Uditore di Palermo: nuovi spazi e attività (anche) per i bambini
Vi sveliamo i dettagli del progetto da un milione e mezzo di euro della Regione. Intanto la cooperativa che gestisce l'area verde riprende le attività e ospita la Casa delle Farfalle
Il Parco Uditore di Palermo
Ogni albero, ogni panchina e persino le fontanelle delle aree verdi recuperate, sono testimoni dell’impegno della cooperativa sociale Parco Uditore e di tutti i palermitani che hanno negli anni preso parte al progetto per restituire alla città uno dei suoi polmoni verdi.
In una Palermo che respira a fatica, piegata dai colpi del Covid e ora del caro benzina, spaventata dalla malattia e dalla guerra, riunirsi per condividere degli spazi curati e pieni di verde diventa fondamentale di questi tempi.
Una realtà, come dice lo stesso presidente della cooperativa, Piero D’Angelo, resa possibile dalla collaborazione tra pubblico e privato, anche se per gestire il parco non ha mai chiesto fondi, puntando proprio sulla partecipazione attiva dei cittadini.
Questi fondi non sono stati assegnati alla cooperativa Parco Uditore, che è stata però convocata dalla Regione per individuare insieme gli interventi necessari per riqualificare ulteriormente il bene comune.
«Mantenere il verde di un parco pubblico di 9 ettari che non riceve fondi pubblici non è esattamente un gioco da ragazzi – afferma D’Angelo - siamo venuti a conoscenza del progetto proprio perché siamo stati chiamati dall’assessorato, che ci ha chiesto dove e come spendere questi fondi sul parco, per migliorare la qualità dei servizi per i fruitori. Ci tengo a ribadire che non verrà dato nemmeno un euro alla cooperativa».
Il progetto è esecutivo e secondo le intenzioni della Regione dovrebbero essere riqualificate delle strutture in disuso e per ripristinare alcuni spazi del parco, ovvero degli edifici come «un antico casolare di fine ‘700, in stato di abbandono - racconta D'Angelo - che dovrebbe diventare centro di attività didattiche per i bambini».
I fondi del Fsc (fondi per lo Sviluppo e la Coesione) saranno quindi impiegati per la manutenzione straordinaria degli immobili all’interno del parco. Tra questi anche una serra, un ex capannone dell’Agip degli inizi del ‘900 e altri spazi come gli uffici dell’”Osservatorio malattia delle piante”.
Parte di questi immobili saranno poi gestiti dalla cooperativa sociale e parte dal corpo forestale che sarà impegnato nella manutenzione di varie realtà del parco. Per completare il recupero degli immobili, riferiscono ancora dalla Regione, si stima un periodo di non meno di dieci mesi.
Anche se D'Angelo sottolinea l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato, che ha garantito e supportato l’iniziativa di riqualifica del Parco Uditore, non rinnega il percorso di autofinanziamento che ha portato il polmone verde a risplendere in questi anni. Anzi, lo rivendica.
«Da più di due anni subiamo i colpi del caro prezzi e della pandemia, occupandoci della manutenzione giornaliera del parco senza nessun tipo di finanziamento pubblico, anche se abbiamo dovuto sospendere molte attività, soprattutto quelle con i bambini, le manifestazioni e alcuni eventi. - spiega D’Angelo -.
Da un paio di mesi però stiamo riprogrammando le attività all’interno del parco come quella della Casa delle farfalle, una novità in questi spazi e stiamo lanciando il mercato agricolo del contadino e organizzando campus estivi per i più piccoli. Stiamo anche iniziando l’organizzazione del decimo compleanno del parco che festeggeremo ad ottobre».
In questi anni l'area verde è diventata un punto di riferimento per il quartiere e per l’intera città che può contare su «pochissime aree verdi, sbocco per tutti i cittadini che hanno la necessità di vivere all’aria aperta». Qui c’è anche una delle più grandi aree dedicate allo sgambamento dei cani di Palermo e sono molti i cittadini, tra cui diversi anziani, che ogni giorno possono godersi una passeggiata in mezzo al verde.
«Da 10 anni piantiamo alberi e siamo stati testimoni di questa trasformazione dell'area verde, ma soprattutto dell’attaccamento dei cittadini e del quartiere al Parco Uditore. Continuiamo a credere sempre di più nella nostra scelta di cittadinanza attiva, ogni volta che un palermitano viene qui a controllare come cresce l’albero che ha donato, la manutenzione della “sua” fontanella o della panchina che ha contribuito a installare».
Un bene pubblico condiviso, vissuto e curato dalla comunità. Un esempio virtuoso della gestione del bene comune di Palermo.
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