CURIOSITÀ
Non volava su una scopa ma preparava i "turtigliuna": 4 leggende sulla befana sicula
Da molti considerata per errore la "moglie di Babbo Natale", la sua origine è molto più antica di quella di Santa Claus. Ecco alcuni racconti che la legano alla Sicilia
Da molti considerata per errore la moglie di Babbo Natale, in verità la Befana è un personaggio molto più antico di Santa Claus, sorto a metà anni '20 dell'Ottocento dalle tradizioni collegate a San Nicola.
La Befana infatti nasce dall’antica tradizione della "Vecchia" che sembra popolare buona parte dei racconti popolari del meridione. Diverse regioni italiane ne presentano infatti varie varianti e anche la Sicilia ne dispone alcune.
Originariamente, tuttavia, questa "megera" non scambiava doni e non volava su una scopa. Una misteriosa leggenda diffusa in Sicilia e ispirata al vangelo narra infatti che i tre re magi, nel loro viaggio verso Occidente per visitare la grotta della natività, un giorno si persero nel deserto e non potendo confidare nell’indicazione della stella cometa, coperta delle nuvole, chiesero consiglio ad una signora molto anziana.
Non disponendo però né i mezzi né le energie per correre come i re Magi verso l’ovest, non riuscì a tenere il passo e perse l’occasione di rendere omaggio a Gesù Bambino. Afflitta quindi per essere lenta, decise di ritornare a casa e di onorare Gesù producendo dei dolciumi, che avrebbe distribuito a tutti i bambini a cui sarebbe andata incontro da lì in avanti.
Peccato che la strage degli innocenti voluta da re Erode sconvolse i piani dell'anziana, che si ritrovò a casa piena di dolci ma senza bambini a cui distribuirli. Ciò fece scatenare la rabbia di Dio e della stessa donna, che da lì in avanti avrebbe viaggiato in tutto il mondo, guidata dal Creatore, per distribuire dolci ai bambini e cenere (non carbone) a tutti coloro che li facevano soffrire.
Queste capacità magiche si tramandarono poi alla figura della Befana vera e propria solo quando il concetto della vecchia megera si diffuse così tanto in Sicilia e nel resto del Mezzogiorno, che la popolazione aveva di bisogno di un nome comune con cui definire e chiamare la “vecchietta dei re Magi”.
La creazione collettiva del suo personaggio non impedì però alle comunità isolate di produrre cambiamenti a questa storia o di immaginare un'origine diversa, per una figura non sempre benevola.
Per esempio, a Gratteri, nella provincia di Palermo, le storie narrano che una vecchietta senza marito e figli decise di abitare la grotta Grattara, visto che odiava socializzare con il resto del paese.
Ogni anno però scendeva dalla grotta a dorso di un asinello, completamente avvolta in un lenzuolo bianco, scegliendo di festeggiare insieme ai suoi concittadini la festa dell'Epifania.
In quella giornata, seppur iraconda e scorbutica, si dimostrava stranamente gentile e veniva ospitata in varie case in cui erano presenti i bambini. Per ricambiare l’ospitalità, consegnava ai bambini buoni i turtigliuna, i biscotti simili a buccellati che sono ripieni di frutta secca, mentre ai bambini cattivi regalava rimproveri e carbone.
Bisogna anche chiarire che l’anzianità della Befana si rifà anche al concetto di rinnovamento che si assiste con il Natale e il superamento dell'anno vecchio, in vista di quello nuovo.
La Befana quindi indirettamente si rifà anche allo stesso mito di Cerere e di Persefone, molto vivo in Sicilia, in cui l’arrivo dell’Inverno sarebbe dovuto alla tristezza delle dee, costrette a separarsi per il loro patto matrimoniale stipulato con Ade.
Mentre nel XVIII secolo l’editore e filologo fiorentino Domenico Maria Manni scrisse “L'Istorica notizia delle origini e del significato delle Befane”, da cui sarebbe nata una versione più stregata del medesimo personaggio. In generale però il mito della Befana ha travalicato la sua origine geografica, tanto che oggi per l’Epifania in tutta Italia la vecchietta è attesa da tutti i bambini.
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