STORIA E TRADIZIONI
Non solo occultismo: gli insetti del "principe mago" di Palermo in una collezione unica
Figura emblematica di Palermo, il Principe Raniero Alliata di Pietratagliata aveva la fama di essere un "mago nero", appassionato di occultismo e fenomeni paranormali
Uno degli esemplari della collezione di insetti del "principe mago"
Figura peculiare ed emblematica, vissuto a Palermo a cavallo tra fine ‘800 e ‘900, morì nel 1979, veniva chiamato da tutti il “principe mago” per la sua fama di “mago nero”, appassionato di occultismo, teosofia, spiritismo e fenomeni paranormali.
Uomo coltissimo, riconosciuto nel 1903 Principe del Sacro Romano Impero, fu punto di riferimento di moltissimi intellettuali dell’epoca, da Giuseppe Tomasi di Lampedusa al poeta Lucio Piccolo, da Gioacchino Lanza Tomasi fino a Bent Parodi.
Dal carattere difficile - al limite della misantropia secondo quanto riportato da chi ha avuto modo di interagire con lui - si dice che, dopo aver perso un’ingente somma di denaro, abbia sviluppato questa avversione verso i rapporti interpersonali e si sia, spontaneamente, confinato - dal 1925 fino alla sua morte - tra le mura della Villa Alliata di Pietratagliata (che si trova in via Serradifalco a Palermo), gioiello del neogotico, fatta costruire dal padre su progetto dell'architetto Francesco Paolo Palazzotto.
Fanno capo alla sua ricerca, e soprattutto ad certosina catalogazione, circa 90 mila esemplari, di tremila specie diverse, collocate, scientificamente (e ora vi diremo in che senso) in 465 scatole, spesso fatte fare ad hoc (come quella che ospita le farfalle, dal doppio vetro così da permettere la perfetta visione delle stesse).
«La collezione - ci ha detto Fabio Lo Valvo, curatore scientifico del catalogo tassonomico - è veramente unica nel suo genere, sia per la quantità di esemplari che contempla, sia per il corredo di informazioni scientifiche, intuizioni e, non ultimi, disegni fatti dallo stesso Raniero Alliata, materiale custodito presso il Museo Regionale di Storia Naturale di Terrasini».
Bisogna fare un passo indietro, però, per giungere all’oggi e comprendere meglio la portata di questo tutto materiale.
Dopo la morte del “principe mago”, chi si considerava “eterno”, non avendo eredi diretti (sposò in tarda età una donna di origine norvegese ma non ebbero figli) e nemmeno tanti amici (si dice che al suo funerale fossero presenti solamente cinque persone) le sue proprietà, o meglio, quanto era rimasto - considerato che negli anni aveva venduto molti dei possedimenti per mantenersi - compresa la collezione di insetti, passò alla famiglia Chiaramonte Bordonaro.
Quest’ultima, dovendo far fronte ai debiti lasciati dal principe, cominciò a recuperare denaro vendendo gli arredi della villa, la villa stessa (passata dalle mani di un mafioso e per questo confiscata, oggi di proprietà di un privato che la sta ristrutturando) e anche la collezione di insetti comprata nel 1986 dalla Regione Siciliana (per 50 milioni di lire) e custodita da allora all’interno di armadi (alcuni originali) nella Sala delle collezioni di studio del Museo di Terrasini, fruibile finora solo dagli studiosi.
«Ogni scatola - ci ha detto Lo Valvo - è un’opera d’arte in sè. Ricostruendo tutti gli scritti, non datati, per cui il lavoro è stati ancora più difficile, e appuntanti su ogni tipo di supporto - dal retro di ricevute, ai cartoni delle confezioni della pasta, alle rubriche, insomma su ogni supporto che gli capitava sottomano - abbiamo dedotto che il principe Alliata non fosse solamente un appassionato o un curioso.
La sua era una vera ossessione che portò all’individuazione di specie, rare e non - specchio della varietà naturalistica di un tempo che oggi non esiste più in città, per questo dal valore inestimabile - specificando anche le singole variazioni riscontrate sul corpo di ciascun esemplare.
È possibile ipotizzare, infatti, che lui preparasse queste scatole, come una tavola periodica di Mendeleev, predisponendo il posto ad ogni singola variante della specie.
Anche per questo dinamica la collezione del Principe è unica nel suo genere, non si può spostare da un posto all’altro un insetto, si altererebbe lo studio e l’evoluzione della stessa specie.
In Italia, e non solo, mi sento di dire, non esiste una collezione di questa importanza, scientifica e culturale».
Il valore aggiunto di questo lavoro che è diventato un catalogo - prima pubblicazione del principe Alliata (in vita pubblicò solamente delle tavole a corredo della pubblicazione sugli uccelli siciliani di Mario Mariani), è il sito che fa da corredo alle pagine del libro.
Sul portale allestito, infatti, consultabile da qualunque parte del mondo grazie anche ai testi in inglese, si possono visionare tutte le 465 scatole di insetti, scoprendo con i propri occhi l’eccezionale cura che Raniero Alliata spese in questo progetto.
«Ho ricevuto plausi sia per il catalogo che per il sito da molte parti non solo d’Italia ma soprattutto dagli addetti ai lavori che, in questo momento storico ma in generale sempre, attraverso il sito hanno la possibilità di accedere alla collezione in qualunque momento».
Il catalogo, in attesa che la Regione Siciliana metta a sistema la distribuzione per quanti volessero acquistarlo online, è consultabile presso l’info point della Regione Siciliana.
«Abbiamo prestato molta cura - ha concluso Lo Valvo - anche alla veste grafica del catalogo, curata da Guido Mapelli, tenendo fede alla meticolosa attenzione con cui il principe realizzò la collezione; per questo ho voluto apporre anche il monogramma, fatto dallo stesso principe, con le sue iniziali».
Il catalogo contiene, oltre ai testi e ad una selezione di scatti (a cura di Guido Mapelli, Clara Mapelli e Toti Bommaritoche) che riproducono parte della collezione, anche foto del principe Alliata, rarissime, realizzate da Melo Minnella.
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