TRADIZIONI
Non si smette mai di cucinare: festeggiamo a casa la Giornata mondiale della Carbonara
Il 6 aprile è il "Carbonara Day" e, in quarantena, non ci resta che prendere gli aspetti positivi del #restareacasa e onorare la tradizione cucinando un buon piatto di pasta
Pasta alla carbonara
Ed è talmente rinomata la fama di questo primo che i palati di tutto il mondo gli hanno voluto regalare l’importanza di giorno intero, e infatti il 6 aprile si celebra il Carbonara Day. Insomma, in piena quarantena, non ci resta che prendere gli aspetti positivi del #restareacasa e onorare la tradizione cucinando un piatto di pasta alla carbonara.
Se però è ben chiara a tutti la bontà di questo piatto non altrettanto lo sono le sue origini, attorno alle quali non v’è chiarezza di vedute, mescolando insieme (alle uova e al guanciale) radici italo-americane.
Una delle teorie più accreditate sulla nascita della carbonara è quella che ne colloca il venir ad esistenza durante l’evolversi della seconda guerra mondiale, intorno al 1944: si racconta infatti che i soldati americani a Roma godessero di ampie scorte di uova in polvere e che andassero letteralmente ghiotti per la pasta "cacio e ova".
Quale che sia la realtà, sta di fatto che quelli erano i sapori che ricordavano “casa” ai soldati americani, circostanza che comunque nel tempo non impedì ai romani di accaparrasi, senza alcun dubbio, la paternità della ricetta. E quando si parla di ricetta tradizionale alzi la mano chi concorda sull’utilizzo del guanciale (e non della pancetta né tanto meno del bacon), che va tagliato rigorosamente a listarelle e fatto rosolare nella padella finché non diventa leggermente croccante.
La preparazione poi continua con lo sbattere insieme una ciotola le uova (quattro tuorli d’uovo e un uovo intero) il pecorino grattugiato (non sia mai che usiate il grana), meglio se romano dop, il sale e il pepe nero. Circa il tipo di pasta, meglio se lunga come spaghetti o bucatini, ma c’è anche chi usa la pasta corta come rigatoni o tonnarelli (ma l’eccezione è tollerata purché siano rigati). Non autorizzato, ovviamente, è l’uso della panna o dell'aglio, se propri oci tenete al foffritto meglio la cipolla.
Altro inconveniente da evitare è quello che viene chiamato "effetto frittata": non bisogna infatti incorporare le uova alla padella finché questa è sul fuoco perché altrimenti rischiate di fare addensare il composto, al massimo aggiungete l’acqua di cottura della pasta (q.b.) per tornare a fare amalgamare bene il tutto. Un’ultimo segreto riguarda l’aggiunzione del pepe: per un risultato ottimale il suggerimento è quello di macinarlo al momento, evitando quello già in polvere. Finite tutto con un’altra spolverata di pecorino grattuggiato a fresco.
Ma come si è passati dalla "cacio e ova" al nome "carbonara"? Secondo alcuni la carbonara venne chiamata così pensando ai boscaioli che lavoravano sugli Appennini raccogliendo la legna per farne carbone. Secondo altri invece l'origine del nome si farebbe risalire all'incontro della tradizione gastronomica italiana con quella americana e pià precisamente ad una antica ricetta cucinata in un ristorante in quel di Chicago.
Secondo questa tesi, la sua origine si fa risalire al biologo e fisiologo statunitense Ancel Keys - considerato il teorico della dieta mediterranea - che inventò nel 1942 c.d. "Razione K" che Ancel Keys per garantire una dieta adeguata alle truppe alleate presenti a Roma e che nello specifico prevedeva l'aggiunta di tuorlo d'uovo in polvere e del bacon agli spaghetti.
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