ITINERARI E LUOGHI
Nel suo nome trovi 2500 anni di storia: il borgo siciliano "assolutamente da visitare"
La rinomata guida Michelin lo inserisce tra i borghi "stellati". Le rovine del tempio, il castello, le sue 22 chiese e i musei ne testimoniano il ruolo di "crocevia di popoli"
Sulla sommità di Monte Castro sorge San Marco D'Alunzio
Immerso nel parco dei Nebrodi, in provincia di Messina, a 540 metri sul livello del mare, sorge San Marco d'Alunzio. Passeggiando per le sue vie, tra le rovine del tempio di Ercole e il castello normanno, emergono i suoi 2500 anni di storia.
Abitato da siculi e sicani, nel IV sec. a.C. il borgo viene ellenizzato e prende il nome di Alòntion. Si arricchisce di templi, tra cui quello di Ercole (in seguito trasformato in chiesa cristiana).
La città diventa a tutti gli effetti una colonia greca: batte moneta ed è cinta di mura. Dell'antico perimetro ne rimane ancora traccia nei pressi della Porta Sant’Antonio.
Con l'arrivo dei romani, Alòntion diventa Haluntium. Ma in età augustea cambia nuovamente nome in: "Municipium Aluntinorum", così come testimoniato da alcune lapidi risalenti al periodo.
Durante la dominazione romana il borgo diventa fiorente grazie al commercio di vino e olio. Nel periodo di Cicerone subisce i soprusi di Verre, che s'impadronisce dei beni della città come argento cesellato e vasellame.
Specchio della Sicilia, da San Marco d'Alunzio passeranno proprio tutti, anche gli arabi.
Più volte fermati dai demeniti, nel IX sec. riusciranno ad espugnare la città e costruirvi una moschea nei pressi dell’attuale chiesa Madre dedicata a San Nicolò.
In epoca normanna, viene edificato il castello, in cima al monte Rotondo, con una visuale strategica su Cefalù, Capo d’Orlando e sulle Isole Eolie. I normanni ribatezzano il borgo in San Marco, al quale poi si aggiungerà nel 1867 "D'Alunzio", per richiamare alle antiche origini greche.
Dal 1090 al 1112 il castello, ben difeso e fortificato, diventa la residenza degli Altavilla.
Tra le particolarità del suo centro storico i monumenti in marmo rosso. Sul luogo un tempo occupato dall’agorà, vi è una fontana marmorea risalente al 1897. Anche la Chiesa Madre dedicata a San Nicolò, presenta nella facciata tre portali in marmo rosso.
All’interno 12 cappelle (anche queste in marmo rosso) nelle quali spiccano numerose opere d’arte in legno e marmo oltre ad affreschi e dipinti.
Insomma, agli amanti dell'arte e della storia, non resta che preparare lo zaino, accendere il motore e mettersi in marcia alla scoperta di un borgo dalle mille anime.
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