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Né pasta né pane, arriva Santa Lucia: cosa c'è in tavola a Palermo il 13 dicembre

Di solito la mattina a Palermo bar e panifici sfornano cornetti e biscotti, per Santa Lucia le arancine conquistano le teglie, ma non solo: ecco a voi tutti i piatti tipici

Alice Marchese
Giornalista
  • 11 dicembre 2024

Cosa si mangia a Santa Lucia

La festa che tutti i palermitani aspettano con felicità sta finalmente arrivando. Il 13 dicembre è sempre più vicino e quando c'è Santa Lucia si sa, è impossibile non venire travolti dall'odore di fritto che aleggia tra le strade.

Se di norma la mattina bar e panifici sfornano cornetti e biscotti, per quel giorno le teglie delle prime ore del giorno vengono conquistate dalle arancine con la loro variante dolce che accontenta i palati che non concepiscono una colazione salata.

Per i più tradizionali c'è solo una scelta da fare: "abburro" e "accarne" per iniziare il 13 dicembre col piede giusto.

Sebbene siano le regine indiscusse, non è Santa Lucia senza gli altri colossi che dominano la scena (o la tavola) di chiunque abbia Palermo scolpita nel cuore.

Anche il timballo di riso è un ottimo alleato da scegliere, oppure le classiche panelle e crocché, il gateau di patate e per finire in bellezza la cuccìa o la Sicilianella.
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Ma perché non si opta per i farinacei? In questa ricorrenza, si preparano piatti a base di legumi, verdure e alimenti con cereali interi e altre farine.

Nel lontano 1763 e nel 1646 Siracusa e Palermo ricordano le carestie che colpirono le città.

Si è chiesto alla Santa in preghiera affinché facesse arrivare provviste di grano, che scarseggiavano. A Palermo, in particolare, si narra che una colomba bianca sia entrata nella Cattedrale durante la messa.

Subito dopo, una voce annunciò l’arrivo al porto di un bastimento carico di grano. E fu miracolo.

Dato che la popolazione era affamata da troppo tempo, non perse tempo a macinare il grano, ma lo mangiò bollito e condito con olio. Ecco perché non si mangiano alimenti con farina.

Per quanto riguarda la tradizione enogastronomica, è difficile dividere queste pietanze in antipasto, primo e secondo ed è questa la bellezza di questa festività. Non c'è regola, solo cuore e stomaco. E forse non è fine giornata senza un adeguato gastroprotettore, ma fa parte del gioco.

Scopriamo cosa fare per l'occasione!

Arancine
Le arancine non possono essere spodestate. Simbolo del 13 dicembre, rappresentano il piatto tradizionale per eccellenza a tal punto che la ricorrenza è stato ribattezzata come Arancina Day.

Anticamente vi erano due scelte: "abburro" e "accarne", intramontabili e dal sapore inconfondibile. Sono in grado di accontentare tutti per la loro versatilità e negli anni innumerevoli varianti hanno reso felici i commensali.

Che siano con pistacchio dolce o con quello salato avvolto dallo speck o da qualsivoglia salume, oppure con spinaci e mozzarella, con il salmone o addirittura con il nero di seppie. Chi più ne ha più ne metta e lasciate il libero sfogo alla fantasia!

Timballo di riso
Se volete una riproduzione fedele delle arancine in una teglia, il timballo di riso è un ottimo compromesso. Conquista tutti per il suo cuore filante di scamorza che si cela sotto un'irresistibile crosticina dorata. Con qualsiasi condimento, è una vera e propria coccola per le feste natalizie.

Panelle e crocché
Un'accoppiata vincente da sempre e in assoluto il cibo da strada più amato dai palermitani. Si mangiano caldissime, con una spolverata di sale, mentre succo di limone e pepe sono opzionali.

Le panelle sono delle gustose e sfiziose frittelle dorate (rotonde o rettangolari) di farina di ceci, destinate ad esser consumate nell'abbraccio di morbidi panini bianchi, mafalde o muffolette ricoperte di abbondante cimino (semi di sesamo), insieme ai cazzilli (crocchette di patate con prezzemolo).

Sicilianella
Anche la Sicilianella è perfetta come dessert per chiudere Santa Lucia. Un dolce strepitoso perché è morbido, buonissimo e - cosa non trascurabile per chi ha poco tempo - per prepararlo bastano davvero cinque minuti. Pochi anche gli ingredienti: due principalmente, ricotta e uova.

Cuccìa
Dolce tipico siciliano a base di grano bollito che viene consumato in onore di Santa Lucia.

Ma la tradizione si sa, si sposa piacevolmente con l'innovazione, abbracciando piccoli cambiamenti grazie alla creatività dei cuochi. Ci sono tanti condimenti da abbinare che rendono questa pietanza creativa e originale contemporaneamente.

Ad esempio si può optare per la ricotta, per la crema di cioccolato, latte e miele e infine al pistacchio.

La base è sempre la stessa per tutte le varianti. Il primo step è l'ammollo del grano che deve stare a bagno nell'acqua per tre giorni, cambiando spesso l'acqua per fare gonfiare i chicchi.

In seguito, il grano viene cotto in abbondante acqua con un pizzico di sale, scolato bene e poi condito in una di queste differenti maniere.

Buon appetito!
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