CINEMA E TV
Ne parla tutta la Sicilia: quei "pantaloni rosa" commuovono l'Italia (e la Pandolfi)
Il film atteso di Margherita Ferri è stato proiettato in Sicilia per le scuole prima di arrivare in sala il 7 novembre: la tragica storia di Andrea Spezzacatena
L'attesissimo film di Margherita Ferri è stato proiettato recentemente con appuntamenti mattutini prima di arrivare in sala così da consentirne la visione alle scolaresche. L'obiettivo è quello di sensibilizzare i ragazzi sul tema abbattendo quel silenzio che sopprime ogni tentativo di salvezza.
L'iniziativa è stata ben accolta anche dai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo che mercoledì 6 novembre in occasione delle Giornate Nazionali del Cinema ha dato l'occasione ad intere classi di vedere il film, ma anche di dibattere insieme al giovane attore protagonista Samuele Carrino che incarna Andrea Spezzacatena.
Andrea Spezzacatena, vittima di bullismo e cyberbullismo, si è tolto la vita il 20 novembre 2012 a 15 anni. Dopo la sua morte la madre Teresa Manes, interpretata da Claudia Pandolfi, ha ricostruito l'intera vicenda imprimendo nero su bianco quanto aveva subito il figlio per cercare di capire perché Andrea avesse scelto la via del suicidio.
Solo dopo la sua morte, la madre ha scoperto dal suo profilo social il cyberbullismo che ha subito il figlio. I compagni di classe hanno persino creato una pagina su Facebook contro di lui etichettandolo come "il ragazzo dai pantaloni rosa".
La voce narrante è quella del protagonista che racconta la sua infanzia serena a Roma, dove ha vissuto con sua madre, suo padre e il fratellino minore.
In una nuova scuola incontra Sara, la sua futura migliore amica. Andrea, però, desidera stringere amicizia con Christian, il più popolare dell'istituto. Ma questo rapporto non ha il seguito che il protagonista spera.
Una storia che squarcia il cuore di tutti e ad esprimere tutte le sue emozioni in un video è proprio Claudia Pandolfi, attrice che impersona la madre di Andrea Teresa Manes.
Dopo aver letto i commenti sulla pellicola, la Pandolfi distrutta pubblica un video. Piangendo, tra gratitudine e dolore, sperava di mantenere un distacco tra interpretazione e dolore, ma non è riuscita ad averlo soprattutto dopo aver letto storie dei suoi followers che le hanno raccontato la loro testimonianza di vita.
Ma la colpa non può essere di un colore che vogliamo mostrare senza remore, della fragilità degli adolescenti, di un amore sofferto perché soffocato per il terrore di esporsi alla luce del sole.
Che rimanga scolpita la memoria di quanto accaduto e della tragedia vissuta in silenzio e che diventi un monito per chi, come Andrea, subisce queste atrocità ingiustamente e per chi, come Teresa, spera che la tristezza negli occhi dei propri figli sia momentanea e risolvibile.
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