STORIE
Nasce negli Usa, diventa grande a Palermo: tre generazioni per una storia lunga 90 anni
Il nonno, fondatore della storica gioielleria nel cuore di Palermo, fu uno dei primi in Sicilia a prendere il diploma di orologiaio. E oggi la sua creatura è una vera istituzione
Da sinistra: Angelo Bracco con il padre Salvatore
È una storia lunga 88 anni e, se vogliamo, nata un po' al contrario quella che vi stiamo per raccontare. Parliamo della famiglia Bracco e della storica gioielleria a cui la famiglia dà il nome da ben tre generazioni.
Quella che oggi sorge sotto i portici di via Mariano Stabile, al centro delle vie dello shopping palermitano, è infatti uno dei negozi storici che non solo resiste al tempo, ma che guarda continuamente al futuro accogliendo letteralmente "a porte aperte" i suoi clienti e offrendo loro servizi esclusivi.
Ma andiamo con ordine.
Prima della sua nascita ufficiale a Palermo nel 1934, la gioielleria ha avuto un glorioso passato negli Stati Uniti dove il cavaliere Angelo Bracco, subito dopo aver preso il diploma da orologiaio, emigrò per dare un futuro alla sua famiglia.
La prima svolta arriva negli anni Cinquanta quando il nonno compie una scelta coraggiosa: chiudere la bottega in America e tornare in Sicilia con la famiglia. Nel 1934 inizia l'avventura palermitana che lo porterà a trasformare il minuscolo negozio di orologi che sorgeva un tempo davanti al Teatro Massimo, nell'attuale attività imprenditoriale, oggi punto di riferimento in città.
Dopo la breve parentesi di piazza Verdi, il figlio Salvatore, travolto dalla stessa passione del padre e considerando il numero crescente della clientela, decide di spostare il punto vendita in un locale più grande, in via Mariano Stabile.
Nel 1969, l’azienda si arricchisce della presenza femminile di Aurora, la moglie di Salvatore, alla costante ricerca di oggetti particolari. È una svolta importante nella storia dell’azienda che cresce e amplia i suoi settori: non più solo orologeria ma anche gioielleria e preziosi.
Oggi, come dicevamo, l’attività è gestita dalla "terza generazione", rappresentata dal figlio di Salvatore, il gemmologo Angelo Bracco che, insieme alla moglie Christine - francese trapiantata a Palermo all'inizio degli anni Novanta – ha ulteriormente ampliato la piccola bottega del nonno trasformandola anche nella "casa del Rolex secondo polso".
È infatti dall'esigenza di offrire un servizio quasi sartoriale ed esclusivo, che la gioielleria Bracco è l’unica del Sud Italia a far parte di una network internazionale che dà la possibilità di acquistare uno dei cosiddetti Rolex "a chilometro zero", ossia orologi di secondo polso (like new).
Si tratta di un network che mette in rete i migliori orologi del mondo certificandone la provenienza, garantendo massima trasparenza e soprattutto dando certezza del loro valore nel lungo termine.
Parliamo di «orologi Rolex a tutti gli effetti, tecnicamente come nuovi, dotati della propria garanzia originale – spiega Bracco - che sono stati precedentemente acquistati da collezionisti o semplici acquirenti e poi rivenduti».
È un po' quello che accade con le auto. C’è un’estrema differenza tra un’auto usata che ha fatto migliaia di chilometri e un’auto a km zero che ha fatto solo pochi metri. Lo stesso vale per gli orologi Rolex "secondo polso", il cui valore non solo rimane nel tempo, ma addirittura aumenta sempre, più dell’oro e dei diamanti.
Non dimentichiamo, infatti che il Rolex è un bene rifugio, diventato oggi più che mai un vero e proprio investimento perché dotato di un valore che cresce sempre e non passa mai.
«Io che lavoro da sempre in questo settore - aggiunge il titolare -, posso garantire che la mia visione è stata totalmente spazzata via negli ultimi due anni. Un Rolex, anche di secondo polso, che oggi vale sedicimila euro, tra un anno e mezzo ne varrà trentamila. Non è paragonabile neanche all'investimento che si fa acquistando una casa».
Ma Bracco Gioielli oggi non è solo un negozio che vende gioielli e orologi per una fascia medio-alta, è anche un luogo che punta ad accogliere il cliente, privilegiando il contatto umano e la voglia di farsi conoscere. Ecco perché qui non ci sono porte, inferriate o citofoni. C’è direttamente il negozio che ti accoglie con le sue vetrine scintillanti.
«È una scelta rischiosa ma consapevole – spiega il dottor Bracco -. L’entrata a porte aperte rappresenta per me un modo di essere, un modo di avviare sin da subito un dialogo molto trasparente con i clienti e invitarli ad entrare senza timore».
Del resto si sa, chi entra in una gioielleria è ben disposto a spendere e al tempo stesso vuole vivere un’esperienza che solo il gioielliere può offrire. È lui che conosce in maniera profonda ciò che un gioiello o un orologio può esprimere in termini di emozioni, significati e di maestria sartoriale.
Per maggiori informazioni e rimanere aggiornati è possibile consultare la pagina Facebook di Bracco Gioielli e il profilo Instagram della gioielleria.
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