ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsTurismoItinerari e luoghi

Nacque trapanese ma divenne palermitano: l'antico borgo tra bagli, arte (e principi)

Lo scenario è intervallato dalle forme "pungenti" dei monti circostanti. Monte Jato, Pietroso, Curbici, Maranfusa e Serra Parrino custodiscono le prelibatezze "paisane"

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 22 gennaio 2025

Camporeale (foto di Sicilyroutes)

Riecheggia l’eco principesco - a distanza di tre secoli e mezzo - nei territori di Camporeale. Una lunga storia segnata da feudi, casali e periodi fiorenti. Oggi nelle campagne di Masciddi è cambiata "la sunata", ma resta intatto il fascino antico.

L’intrepido turista impari la "cantilena" che inizia così: Gallitello, statale 624, Salaparuta, Poggioreale e… Camporeale. Un tempo, non lontano (fino al 1954), il comune palermitano apparteneva al territorio trapanese. Poi i camporealesi hanno "scavalcato" di poco i confini e sono entrati a far parte di quelli palermitani.

I profumi delle fertilità dell’Alto belicino non hanno cambiato d’una virgola i sapori delle colture: uliveti e vigneti sono padroni incontrastati dei territori.

Raggiungere il feudo di Pietro Beccadelli di Bologna "Principe di Camporeale" non è affatto impegnativo. Entra di diritto la storia, acquisita in breve tempo durante il viaggio.
Adv
Lo scenario è intervallato dalle forme "pungenti" dei monti circostanti. Monte Jato, Pietroso, Curbici, Maranfusa e Serra Parrino custodiscono le prelibatezze "paisane".

L’economia proviene dalla terra, unica forma di sostentamento. Qui entra in gioco il passato mescolato alla modernità. Arte e archeologia sono voci fuori dal coro, dominano la scena dall’alto dei contenuti. Inizia la visita di un luogo insolito. "Stratuzzi" vecchie trovano spazio dentro la modernità.

E il primo obiettivo è la ricerca di ogni edificio che riguardi la casata. “Dunne lu principe?”. Forse è dentro il Palazzo! Sito al centro del paese, rappresenta la struttura “più” antica.

Ubicato all’interno del Baglio dei Gesuiti, racconta di fatti, date e perdite (post-terremoto) che racchiudono una storia di lusso e decadenza.

Dei due bagli presenti, il primo conserva i resti del magazzino della Madonna. Dentro veniva ammassato il frumento proveniente dal feudo Macellaro. Il secondo (baglio) ricalca lo splendore architettonico.

Presumibilmente costruito dai Ventimiglia (1400?), sorge la costruzione del castello. Successivamente, lo stesso, venne arricchito di due torri (una circolare e l’altra quadrata) nella facciata. Entrambe cedettero il passo alle intemperie e noncuranze (1835 e 1871).

Attualmente è un complesso polifunzionale di notevole interesse. Dentro si trova il Museo Camporeale (etno-antropologico), che conserva oggetti e arnesi tradizionali della vita cittadina recuperati a partire dal 1980.

Trova spazio anche il Museo Archeologico, ricco di vasellame e oggetti del periodo etrusco ed esule. Enoteche, un’aula consiliare e la Biblioteca Comunale completano il ricco patrimonio di cui Camporeale è fiero protettore. E senza dimenticare dell’Atrio Principe.

Sin dal primo istante, registra nel turista un cambio d’umore: l’occhio deve fare la sua parte. Squisitezze del posto o ricerca affrettata di un edificio religioso? A pochi passi dall’aura nobiliare subentra quella spirituale.

La Chiesa Madre concentra a sé fede e religione. Costruita tra il 1862 e il 1881 in sostituzione della chiesetta sita all’interno del castello, servì anche come cimitero (fino al 1875).

Affrescata nel 1954 e ristrutturata nel post- terremoto, conserva alcune opere di rilievo (statua in legno di Sant’Antonio da Padova, Madonna dei Miracoli, Santa Lucia, Immacolata, San Giuseppe, ecc.ecc.).

A tre navate (in stile neoclassico), è stata abbellita - a partire dal 1931 - di un altare, gradini e parete in marmo.

La gita prende forma, magari dopo una sosta di “soli” cinque minuti per assaggiare la “sciavata”. È una specialità di pane prodotta in casa. Ammorbidita dalla presenza di acqua, gli ingredienti sono: cipolla, mollica, formaggio, acciughe e olio. Gustare non nuoce, replicare è dovere!

Nel silenzio dell’assaggio, la domanda sorge spontanea: Camporeale quando fu fondata? Le solite fonti aggiornano continuamente le date. La storia antica parla di una certa Longaricum - città romana - che ebbe luogo nel territorio camporealese. Altri risalgono a testimonianze di ben 15000 anni fa.

Le tappe storiche parlano d’insediamenti in età romana, araba, di masserie, casali, del feudalesimo che ebbe risalto con i Gesuiti. In pochi anni diedero vigore al feudo a tal punto da trasformarlo in un’azienda di tipo capitalistico (senza dimenticare la leggenda dei tesori sotterrati). Fino a quando giunse il 1664 e iniziò una nuova storia.

Oltre alla Chiesa Madre, la Piazza Marconi è teatro di un ricordo importante: i Caduti in Guerra. L’opera di Archimede Campini (1934) prova a tenere in vita il ricordo dei “compaesani camporealesi” caduti in guerra. I pochi passi sono accompagnati da alcuni versi che iniziano così: ”specchi di l’occhi mei ca luci tantu, t’assiddivu ‘mmenzu di tri centu [...].

A poche decine di metri la “Street Art” tende la mano ai viaggiatori. Il “Trittico di Camporeale” racconta la genuinità del popolo di casa. Tradizione, vita sociale e ricchezza d’animo (oltre a rivelare l’identità sociale) sono descritte nelle forme colorate del: "Contadino", "Refugium Peccatorum" e "Il Falegname". Opere d’arte che vanno oltre l’immaginario collettivo. La cittadina chiude un cerchio, forse no.

Monte Pietroso e le Grotte di Curbici (approfondite precedentemente) raccontano di una presenza archeologica meritevole di attenzione. E poi, volgendo lo sguardo all’insù, la Chiesa della Madonna dei Peccatori incuriosisce [...].

Sorseggiare un bicchiere di vino prima di lasciare il paese è quasi un dovere. Nella qualità del prodotto emerge la presenza massiccia e volenterosa di chi attualmente ha deciso di spendere il tempo per la comunità: perché "e lu me amuri è arrivatu a tantu, ca eu ti vinciu, ed autru perdi tempu".
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI