MUSICA
Musica, vino, vicoli e Palermo: un'intervista simpatica per scoprire Paola Russo
La cantante palermitana esordisce con una canzone che sin dalle prime battute ricorda Battiato e i Bluvertigo: il video in anteprima su Rolling Stone e su Balarm
È un pomeriggio primaverile tipicamente siciliano, con un sole ancora tiepido che sta per lasciare il posto ad un primo spicchio di luna. Arrivo puntuale all’appuntamento con Paola, entrambe siamo un po’ agitate, d’altronde è la prima volta per tutte e due. Decidiamo di fermarci in un bar del centro storico di Palermo e scelto il tavolino lei non esita a sedersi per terra, su un gradino, con le spalle al muro. Mi colpisce tanta timidezza.
Ordinato da bere - il vino aiuta in questi casi - cominciamo l’intervista e Paola inizia raccontandomi di sé. Nata a Ribera 35 anni fa decide di trasferirsi a Palermo per studiare Psicologia «Continuando a campare di musica». Spiega la cantante. Nei weekend ritorna a casa, in paese, lì soltanto può lavorare ed esibirsi per continuare a mantenersi. In città nessuno la conosce ancora.
Il cammino intrapreso, cominciato timidamente in un villaggio turistico pugliese che per diverse stagioni l’ha vista catapultata in serate di piano bar, concerti in anfiteatro e proseguito esibendosi praticamente ovunque matrimoni, feste, perfino in chiesa, senza tralasciare un passato come corista di Giorgia e mantenendo sempre quale unico comune denominatore la sfrenata passione per questo mestiere, ha consentito alla giovane cantante di maturare sotto ogni aspetto, artistico e personale, ritornando così a Palermo cambiata, con una nuova pelle.
Durante tutti questi anni di carriera artistica, oggi venti, Paola Russo con la testardaggine e la caparbietà di una vera artista imprenditrice di se stessa è arrivata ad imporsi nel panorama musicale siciliano con la sua cover band, i We Men, tra le più apprezzate e richieste nella nostra isola, trasformandosi in un vero e proprio animale da palcoscenico capace di travolgere con la sua voce versatile e grintosa un vasto pubblico di fans.
Continuando nell’ intervista, a tratti disturbata dai rumorosissimi motorini che attraversano i vicoli di Palermo e rischiando io stessa di essere investita da un auto in corsa, Paola mi confessa di non avere mai tralasciato il suo progetto cantautoriale che parla di lei e del suo complesso mondo interiore, riconoscendo che ormai è tempo che tutto ciò venga fuori. Un calderone di emozioni e di esperienze che conducono l’artista ad interrogarsi continuamente su di sé e su ciò che vuole.
Frutto di questo studio interiore sono diverse canzoni inedite tutte scritte in italiano, espressioni di universi diversi tra di loro non solo a livello musicale ma anche di contenuto con l’unica costante che ciò che viene raccontato è il "mondo di Paola", raccolte nell’album in uscita a Settembre e da cui è estratto il singolo "Non è colpa mia".
Dal suo primo inedito emerge un mondo fatto di relazioni complesse in cui l’artista con occhio clinico si guarda dall’esterno per comprendersi, mettendo a nudo se stessa e riconoscendo che in fondo non è colpa sua!
«In questo brano racconto della mia parte borderline, della mia incapacità di scegliere, del mio bisogno di stare in una relazione e allo stesso tempo della mia incapacità di rimanerci – spiega – vivo una dualità emotiva fatta di forze contrapposte ed uguali che mi fanno essere il sole e la luna».
«Le mie canzoni – continua la cantante - parlano fondamentalmente di esperienze che ho vissuto e che vivo nel quotidiano, ci sono addirittura dei dialoghi che sono realmente esistiti. Raccontano delle mie relazioni, delle mie fragilità, del mio modo di vedere la società e anche degli scatti d’ira che a volte mi contraddistinguono».
Anche fisicamente è percepibile la dualità interiore di cui parla Paola ma nonostante l’alta cresta nera e gli abiti scuri che le conferiscono un look androgino, rimango colpita dal suo sguardo che tradisce un animo profondamente sensibile.
Il video di "Non è colpa mia", curato dal giovane regista palermitano Andrea Nocifora e realizzato con la produzione palermitana di Indigo Music, è stato pubblicato in esclusiva su Rolling Stone Italia e già nei primi giorni ha raggiunto più di 1.000 visualizzazioni giornaliere.
È un gioco psichedelico di forme, doppi, specchi e caleidoscopi in cui la figura e il volto dell’artista vengono trasformate, sfaccettate, liquefatte con l’obiettivo di disegnare un’impossibilità di essere una sola cosa.
"Non è colpa mia" è un esempio perfetto di Synth-Pop dagli echi New Wave, che si innesta perfettamente in un mondo dove le sonorità ma anche la moda di strada, la cinematografia sta vivendo un ritorno al passato. Sin dalle prime battute del brano si avverte l’influenza del maestro Franco Battiato in primis nonché alcune sfumature dei Bluvertigo.
L’incontro artistico con i produttori Fabio Rizzo e Donato Di Trapani del team di Indigo ha consentito di mettere in risalto il carisma e la vocalità di Paola che echeggiano le sonorità di icone anni Ottanta come Anna Oxa, Nada, Donatella Rettore e perché no anche un po’ di Grace Jones, rispecchiando gli ascolti primordiali della musica italiana della stessa artista: Battiato, Battisti, Mina, Celentano, Patti Pravo, Giuni Russo. A casa si ascoltava solo quello.
«Poi è arrivato Max Gazzè che mi ha aperto un mondo - spiega - Adesso ascolto davvero ogni tipo di musica e prendo ispirazione da tutto».
Ormai abbiamo finito il nostro vino, l’imbrunire è giunto, ringrazio Paola per il suo tempo ma adesso deve scappar via. Questa sera l’attende una serenata al balcone di una giovane promessa sposa.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|