LIBRI
Uno sguardo alternativo su Franco Battiato
Qualche anno fa Franco Battiato, con tono evidentemente divertito, rilasciava, per una rivista di settore a proposito di uno dei fenomeni musicali-culturali del momento, una dichiarazione che suonava più o meno: «I Prodigy? Mi piacciono, ma fanno cose che già facevo io negli anni settanta». I puristi (scusate il controsenso) del techno-punk avranno storto il naso, ma non per il motivo che si potrebbe pensare: bensì perché il Battiato degli anni settanta era se possibile ancora più estremo dei Prodigy. Era il periodo sperimentale dell’“alchimista”, com’è stato definito il musicista catanese. Non era nemmeno, in assoluto, in anticipo sui tempi: già vent’anni prima la musica raggiungeva il grado zero con il silenzio (o il puro ambient, per meglio dire) di “4’ 33’’” di John Cage, o esplorava territori praticamente vergini con le composizioni elettroniche di Karl-Heinz Stockausen. Il massimo compositore fu anche in ottimi rapporti umani e professionali col Nostro, che gli dedicò il bellissimo “Clic” del 1974.
Partendo spesso dall’analisi di grandi tematiche dello spirito, dibattute, nel corso dei secoli, da intellettuali e pensatori, oppure da esperienze personali, Guerrera riconduce sempre le fila del discorso al musicista, col quale è in rapporti di amicizia da tempo. Seguono poi le numerosissime interviste, frutto anche delle corrispondenze dell’autore per giornali come La Nazione, nelle quali Battiato risponde a domande sulle tematiche più disparate. Basta guardare i titoli per farsi un’idea: conoscenza, natura, figura materna, rapporto col prossimo, potere, indipendenza, filosofia, saggezza, religiosità, letteratura, dubbio, giustizia, politica, prudenza, pazienza, sacrificio, sesso, ira, bellezza, amore, musica, luce, gloria, cattivi pensieri, vampiri.
Un’opera di ripresa e di aggiornamento, quella di Guerrera, che del musicista aveva già scritto dieci anni prima in “Franco Battiato, un Sufi e la sua Musica”. Una scrittura, in “Another Link”, che soffre di eccessi di autocompiacimento ed esaltazione, dettati sicuramente dalla passione dell’autore per le tematiche dello spirito, di cui mostra vasta conoscenza, e dettati anche dalla sincera ammirazione che Guerrera prova per il Battiato uomo e artista. Nonostante questo, però, è interessante lo svisceramento del pensiero del cantautore e compositore catanese su argomenti che difficilmente vengono tirati in ballo nelle interviste “tradizionali”, data la loro particolarità e specificità. Si tratta dunque di un libro consigliato a coloro che vogliano approfondire il personaggio e, perché, no, alcune tematiche della sfera della spiritualità. Non è mai facile, in questi casi, dire (o fare dire) qualcosa di nuovo e interessante a un artista la cui opera è da decenni oggetti di continua attenzione e accurata analisi.
Oltre a uno sguardo sull’attività di Battiato nel cinema, piuttosto polemico in verità nei confronti dei tanti detrattori (ma l’analisi di Guerrera sulla società di massa e dei media è superficiale: da “Apocalittici e integrati” numerosi passi sono stati fatti in avanti), il volume si avvale anche dei contributi del giornalista e autore tv Umberto Broccoli, dell’ormai inseparabile compagno di viaggio artistico di Battiato, il filosofo Manlio Sgalambro, e dello storico Franco Cardini. Parte dei proventi dalla vendita del libro verranno devoluti all’associazione Italia-Tibet (www.italiatibet.org).
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