TEATRO
Una Palermo tutta apparenza: al Lelio va in scena Pirandello
«In una città di mare, non importa quale». Così scrive Pirandello nel prologo di “L’uomo, la bestia e la virtù”. E così Giuditta Lelio, nota teatrante, regista e direttore artistico dell’omonimo teatro palermitano (in via Antonio Furitano, 5/a), coglie l’occasione al volo ed ambienta a Palermo la vicenda pirandelliana per lo spettacolo che andrà in scena nel suddetto teatro dal 25 al 26 febbraio. «La scelta non è dettata solamente dal grande amore per la città - spiega la regista - ma dal fatto che essa rappresenta lo scenario ideale per il dramma, una città che, con i suoi pregi e difetti afferma e conferma, in modo eclatante, il tema fondamentale della poetica dell’autore agrigentino: l’irresoluta e drammatica dialettica fra realtà ed apparenza». La Palermo dei Florio diventa una raffinata capitale europea, vive un periodo di insolita floridezza, e di prestigio, altrettanto inconsueto, nella patria del Gattopardo, di una nascente e splendente classe borghese. Ma è un breve periodo, quello della Belle Epoque palermitana, che, privo di solide basi economiche e sociali, rivela presto la sua natura di elegante sfoggio di una patina di felicità, raffinata ma inconsistente. E su questo sfondo si svolge il dramma di casa Perella, il doppio tradimento di un uomo, un capitano che, essendo a lungo lontano dalla famiglia, si fa una doppia vita segreta, e di sua moglie che aspetta un figlio dall’amante, dramma qui rappresentato nel pieno, ammirato rispetto dell’intenzione poetica di Pirandello.
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