SPORT
Un tiro, un gol: così si perde il derby
Il centrocampo rosanero ha surclassato quello rivale, la difesa (fino alla sciagurata espulsione di Carrozzieri) aveva retto senza affanni
E’ finita con i giocatori del Catania festanti ed i rosanero a leccarsi le ferite. Il derby di Sicilia (Catania-Palermo, 7° giornata di andata) ha offerto uno spettacolo mediocre ma, senza partigianeria alcuna, per demeriti del Catania che ha impostato una partita tesa a bloccare le fonti del gioco palermitano senza esprimere nessuna trama di gioco. Zenga, ex uomo-ragno, ha in mano una squadra a cui va bene tutto. Una squadra che, con un gioco attendista e basato più a rompere che a costruire, riesce ad essere in testa alla classifica con il minimo sforzo. Che dire, beati loro. Il Palermo ha pagato l’impeto di Carrozzieri che, dopo una prima ammonizione sul rossazzurro Morimoto, ha ritenuto opportuno farsi espellere facendo un fallo evitabilissimo a centrocampo allo scadere del primo tempo.
Siamo convinti che su Carrozzieri abbia pesato l’assenza del compagno di reparto Bovo, vero regista ed uomo guida del pacchetto arretrato rosa. Siamo anche convinti della bontà, in dieci uomini, dell’esclusione di Miccoli che occorre ricordare era in dubbio per problemi fisici fino alla vigilia. Ci lascia perplessi il mancato utilizzo di Raggi. L’ex empolese, acquistato per ben otto milioni di euro come terzino destro, è stato bollato dall’attuale allenatore come centrale difensivo piuttosto che laterale difensivo destro. Ma quando vengono a mancare i due centrali perché non utilizzarlo? Perché utilizzare in quella posizione Migliaccio? Nessun ridimensionamento, chiariamo subito. Il Palermo gioca ed anche a Catania lo ha fatto in un clima infuocato.
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