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"Tu scuiddasti quannu" un canuscievi Balarm?

Da un'idea di Domenico Castiglione e Umberto Orecchio nasce "Tu scuiddasti quannu", una lente d'ingrandimento sui vizi e i modi di dire dei palermitani

  • 10 gennaio 2013

Umberto Orecchio e Domenico Castiglione

Tu scuiddasti quannu sta pagina un c’iera e un vi futtevate ri risati? Chi lo ha detto che i tormentoni sono soltanto quelli estivi? Quelli che si impossessano di te - e delle tue orecchie - per i due mesi caldi facendoti canticchiare e ballare a più non posso? Capita per caso che uno scambio di battute tra due amici possa diventare non un semplice tormentone, ma un fenomeno di costume. Attenzione. Un fenomeno di costume made in Palermo, perché per poter ridere è necessario che tu possa capire il dialetto. Non sono ammessi sottotitoli. E non dovete correre a prendere alcun dizionario.

È così che Domenico Castiglione e Umberto Orecchio, una sera come un’altra, danno vita a quello che da lì a poche ore si è diffuso su Facebook come fosse una "malattia virale”. Due amici, qualche birra, quattro chiacchiere a piazza Rivoluzione proprio accanto alla statua del Genio, e battute. Già, quelle stesse battute che da sempre sono state attrici protagoniste delle loro serate.

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Tu scuiddasti quannu ti vivevi l’acqua ru puzzu… E ti parieva chamapagne! Questa a quanto pare la frase germe dell’idea nella notte dell’Epifania. Anche se la befana quest’anno per i due ragazzi non ha portato né carbone né dolcetti. Dentro la calza appesa al camino hanno trovato solo una pagina, nel più noto dei social network, che è diventata nel giro di poche ore mezzo in cui esprimere tutta la propria fantasia e da cui attingere modi di dire marchiati a fuoco di palermitanità”.

Ora dopo ora una vera e propria “epidemia” ha contagiato gli utenti. Tutti fan del nuovo profilo, uno, dieci, cento, mille… Ventottomila. Numeri da capogiro se si pensa che i due ragazzi hanno solo reso pubblico sulla piazza del terzo millennio un loro personale babbìo. Un babbìo che diventa manifesto di una generazione, una generazione che spreme le meningi per trovare il tu scuiddasti quannu più originale.

Anche se per ovvie ragioni il tormentone non potrà fare le valigie e navigare al di là dello stretto. E poco importa, perché l’intenzione primordiale non era quella di far soldi, anche se adesso Domenico e Umberto stanno pensando a registrare il marchio per tutelare i diritti, loro e dei lettori, e se dovessero ricavare qualcosa, magari devolverlo in beneficienza.

Una corsa travolgente che non incontra ostacoli, che puntella ogni angolo sociale come una lente d'ingrandimento su uno spaccato generazionale. Ora chi c’hai l’iPhone 5, tu scuiddasti quannu mancu avievi l’uocchi pi chianciri? oppure Abituatu c’ieri cull’hogan. Tu scuiddasti quannu i spadrillas l’avievi i tutti i culura. Frasi travestite di risate, dietro cui si cela però il più semplice dei luoghi comune: si stava meglio quando si stava peggio. Per i romantici, distanti da quel mondo fatto di click, fotine e mi piace, Tu scuiddasti quannu un c’era facebook e pi canusciri nà fimmina c’avievi a parrari?. Una pagina che diventa manifesto del palermitano e dei suoi modi di dire e di fare, dei suoi giochi, delle sue serate in compagnia, delle sue relazioni. Dei suoi vizi.

Un "aforisma" perfetto per ogni occasione. Per chi adesso indossa abiti griffati dalla testa ai piedi, Tu scuiddasti quannu i bancarielli ra via banniera ti parievanu Giglio in. Per chi pedalava in bicicletta nel piccolo polmone verde in centro città, Tu scuiddasti quannu taliavi i pianti ru Giardino Inglese e ti sintievi a Central Park. Per chi la domenica la dedicava al divertimento dei propri bambini, Tu scuiddasti quannu i giostre ra Marina ti parievanu Eurodisney. E anche per il rosanero Abituato c'ieri ai gol i Miccoli. Tu scuiddasti quannu i gol i faceva La Grotteria.

Aforismi in libertà, autografati da tutti coloro i quali intendano esprimere il loro ricordo. Un ricordo rivolto ad un mittente specifico. Quello ad oggi sofisticato che ha riposto in un cassetto umiltà e semplicità, dimenticando quei momenti pregressi, affatto naif, in cui stava peggio, al di là di lagne e piagnistei… Sms, whatsapp, facebook… Tu scuiddasti quannu ti sintievi cu nà fimmina e pi sparagnari vi facievavu i squilli?
PS. Chi ha preso lo Zanichelli alzi la mano!

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