MUSICA
Teatro Massimo: dirige Nazareth su musiche di Mahler
Mahler, nato in Boemia nel 1860 e morto a Vienna nel 1911, è stato fra i più sensibili e attivi protagonisti del passaggio di secolo tra '800 e '900
Dopo le applaudite recite del Matrimonio Segreto di Cimarosa, la Stagione musicale della Fondazione Teatro Massimo prosegue il prossimo sabato 29 novembre alle ore 21 con un concerto sinfonico che ha per protagonisti l’Orchestra del Teatro, il direttore Daniel Nazareth e il baritono Martin Kronthaler. Sui leggii due partiture di Gustav Mahler, i quattro Lieder eines fahrenden Gesellen (“Canti di un giramondo”) e la Prima Sinfonia in re maggiore (prima versione). Mahler, nato in Boemia nel 1860 e morto a Vienna nel 1911, è stato fra i più sensibili e attivi protagonisti di quel passaggio di secolo che aveva uno dei suoi centri proprio nella capitale dell’Impero asburgico ormai quasi in disfacimento.
Una volontà e una forte ansia di rinnovamento caratterizzano l’ambiente musicale europeo, in particolare tedesco tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. L’eredità del Romanticismo è ormai svuotata da ogni capacità di rinnovamento e non riesce più a soddisfare le nuove generazioni di compositori: si opta così per una drastica svolta. Le conquistae armoniche di Richard Wagner sono fondamentali e un evento straordinario è costituito dal suo Tristan und Isolde, un dramma musicale composto fra il 1857 e il 1859, rappresentato per la prima volta nel 1865. Gli accordi con cui ha inizio il preludio, ma anche l’intera concezione tonale dell’opera, lasciano stupefatto colui che cerca di spiegarli tramite le regole fissate dall’armonia tradizionale, sulle quali ci si basava in quel periodo. Wagner concepisce infatti un’armonia estremamente instabile, accordi che hanno in sè possibilità di risoluzione differenti da quelle tradizionalmente prevedibili. Tutto è velato da una continua ambiguità, un perseverare in decisioni che contengono sempre elementi di provvisorietà che portano, a loro volta, a nuove ed incessanti soluzioni transitorie.
La produzione sinfonica si può dividere in tre gruppi. Le prime quattro Sinfonie (1884-1900) sono ispirate dalla raccolta di Armin e Brentano Des Knaben Wunderhorn e vi si trovano congiunti suono orchestrale e vocale, i temi felici del Lied popolare e le riflessioni più profonde e tragiche della tradizione colta, le fanfare che annunciano il risveglio gioioso della natura e le citazioni di derivazione nietzschiana che ammoniscono l’uomo, lo conducono verso “la vita celeste”. La Quinta, la Sesta e la Settima (1901-1905) sono sinfonie di enormi dimensioni, prive dell’intervento vocale, in cui i suoni del mondo naturale e fiabesco dei Lieder emergono come lontani ricordi, fra una pressante nostalgia ed un violento soggettivismo. L’Ottava, la Nona e la Decima (1906-1911) e la Sinfonia di canti Das Lied von der Erde, segnano il momento conclusivo della carriera compositiva mahleriana: l’autore si distacca lentamente dal mondo terreno, in una cosciente premonizione della fine.
Apparentemente sembra che Mahler accetti gli schemi compositivi del Romanticismo sinfonico tedesco, ma un’analisi approfondita ci rivela che le sue Sinfonie sono grandiose architetture strutturate con forte senso innovativo e con lungimiranza; la vita dell’uomo, inserita in questo universo musicale, appare priva di illusioni. Musicalmente l’armonia tradizionale non viene rifiutata, ma neanche totalmente accettata, e Mahler è sempre pronto a spezzarla, a fluidificarla. Acquista infine considerevole valore il timbro, pensato come un elemento che trova in sè il suo valore, non legato a preesistenti schemi formali e che può così essere costruito secondo una logica puramente interiore: è il nesso costruttivo, come lo è il colore nella pittura espressionista.
Legate da citazioni e simili riferimenti alla musica tradizionale, i Lieder eines fahrenden Gesellen e la Prima Sinfonia vengono redatti da Mahler nello stesso periodo. La Sinfonia già abbozzata nel 1884 e conclusa nel 1888, venne presentata a Budapest nel 1899 con il titolo di “Poema Sinfonico in due parti”. Revisionata dallo stesso compositore nel 1893 (e ancora nel 1906) fu pubblicata, con il titolo di “Titano” nel 1899. Oltre al titolo e alla scomparsa di un “programma letterario”, Mahler ampliò l’organico, alleggerì e rese più chiara la struttura musicale, riduzione dei movimenti. Sarà quindi questa proposta dal Teatro Massimo un’occasione rara e ghiotta per ascoltare la prima versione di questo capolavoro mahleriano, che fra qualche settimana (12, 13 e 14 dicembre) sarà eseguita nella versione definitiva dall’Orchetsra Sinfonica Siciliana. Biglietti al botteghino da 18 a 6 euro. Informazioni al numero verde 800655858 o al botteghino telefonando al numero 091.6053555; e-mail: biglietteria@teatromassimo.it
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