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Teatro del Baglio, in scena "È bello vivere liberi!"

Al teatro del Baglio uno spettacolo che restituisce uno spaccato autentico di uno dei movimenti più alti della nostra storia nazionale, la Resistenza

  • 20 maggio 2010

Storia magistra vitae: senza dubbio questa massima latina racchiude una delle verità che mai dovrebbero essere dimenticate da ognuno di noi perché, se è vero che al passato non si può tornare, è ancor più vero che un popolo che ignora la propria storia è destinato a non avere futuro. Il Novecento, poi, è stato un secolo dominato da avvenimenti talmente rilevanti che è giusto continuare a riflettere su di essi, affinché certi orrori non si ripetano e permanga il ricordo di coloro che hanno lasciato segni memorabili che fungano da esempio. In questa direzione si muove Marta Cuscunà, regista e interprete di “È bello vivere liberi!”, spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2009, in scena sabato 22 maggio, ore 21, al Teatro del Baglio di Villafrati (corso Sammarco, ingresso 6 euro, ridotto 4 euro).

Al di là di ogni retorica o revisionismo storico, lo spettacolo della Cuscunà ci racconta uno dei momenti più gloriosi della nostra storia nazionale recente, la Resistenza, movimento di liberazione nazionale dall’occupazione nazi-fascista durante la seconda guerra mondiale. Il tutto cercando di mettere in evidenzia e sotto una giusta luce quel clima di entusiasmo antifascista che spinse moltissimi uomini e donne ad impegnarsi per restituire all’Italia la sua libertà perduta. Molti dei protagonisti di quella eroica lotta di Resistenza, a cui dobbiamo tutta la nostra gratitudine, erano giovanissimi. Ecco allora che il testo della Cuscunà cerca di trasmettere tutta la gioia, le risate, le speranze dei partigiani, quel desiderio di liberazione dal soffocante giogo delle dittature, di cui non c’è più traccia nelle pagine dei libri di storia, cariche solo di sterile nozionismo.

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Proprio ai più giovani si rivolge soprattutto questo spettacolo, ai ragazzi che studiano la Resistenza a scuola, affinché possano riscoprire l’atmosfera vitale di quel particolare periodo, in cui tutto sembrava possibile, anche nei momenti più difficili e dolorosi. Per rendere più efficace la rappresentazione di questo aspetto del racconto, come protagonista della piece è stata scelta la figura di Ondina Peteani, che a quel tempo aveva solo 17 anni, la cui biografia è stata racconta dalla storica Anna Di Gianantonio. Modello assolutamente da proporre ai ragazzi di oggi, così disincantati e passivi, Ondina, nonostante la giovanissima età, non sopportando più il clima asfissiante del suo presente, venne colta da un irrefrenabile bisogno di libertà, incapace di restare a guardare, cosciente e determinata ad agire per cambiare il proprio Paese. Si aggregò dunque alla lotta antifascista nella Venezia Giulia, dove la Resistenza era iniziata prima che nel resto d’Italia, grazie alla collaborazione con i gruppi partigiani sloveni, nati già nel 1941 per opporsi all’occupazione fascista dei territori jugoslavi.

Mettendo a repentaglio la sua vita e cosciente dei rischi a cui andava incontro, la giovane ragazza del Venezia Giulia inizia così a partecipare alle riunioni clandestine della scuola di comunismo dove, con straordinario anticipo, fioriscono anche i valori di emancipazione femminile e di parità tra uomo e donna. A 18 anni, Ondina diventa poi staffetta partigiana e comincia ad affrontare le missioni più rischiose, entrando a far parte di un commando speciale per l’eliminazione di un famigerato traditore: Blechi. Il valore di questa indimenticabile eroina trova modo di esplicarsi progressivamente, fino a celebrarsi in episodi di grande valore storico e simbolico, come il suo ingresso nella Brigata Proletaria, quando più di 1500 operai, tutti insieme e ancora in tuta da lavoro, si avviarono verso il Carso, per unirsi alle formazioni partigiane.

Ma la violenza della guerra farà sentire il suo tragico ruggito anche nella vita di Ondina quando, nel 1943, nel momento più difficile della lotta partigiana, verrà deportata, appena diciannovenne, nei campi di sterminio nazisti. Nel’istante più drammatico della sua vita, però, quando cedere alla disperazione sarebbe stato umano e comprensibile, il suo ostinato urlo che rivendica l’insopprimibile volontà di Resistenza e l’amore per la libertà ci offre l’insegnamento più grande di questa straordinaria donna. Per informazioni e prenotazioni è possibile rivolgersi al numero 091.6155439 o consultare il sito www.teatrodelbaglio.org.

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