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Sicilia, 11 milioni per andare all'Expo: sarà all'altezza?
Undici milioni di euro per partecipare all'Expo 2015: tra grandi responsabilità, affitti, pulizie e trasporti riuscirà la Sicilia a non deludere le aspettative?
Expo 2015 è alle porte: lo sappiamo grazie alle numerose pubblicità e alle tante polemiche scaturite riguardo questo grande evento internazionale che ospiterà più di 140 paesi e organizzazioni. Sin dall’inizio si è parlato delle spese, ritenute anche fin troppo elevate: spese che riguardano anche la Regione Sicilia, che parteciperà attivamente all'evento.
Ebbene sì: nonostante le ingenti spese e le problematiche economiche attuali, la Sicilia è la prima regione partner dell'Expo. Non ha voluto mancare a questo importante appuntamento e la sua presenza sarà di non poco conto: parteciperà infatti con due compiti di grande responsabilità.
La Sicilia gestirà innanzitutto uno spazio al padiglione Italia dove dovrà organizzare tre settimane di eventi: realizzerà dunque un palinstesto suddiviso in diversi momenti e che copriranno l'arco della giornata che va dalle ore 10 alle ore 21, che si apriranno con "La Settimana delle Isole", cui seguiranno quelle dedicate all'area palermitana e trapanese.
Iniziative che sulla carta sono belle, ma ecco la nota dolente: seguendo il principio della trasparenza amministrativa, è stato pubblicato il bilancio economico delle spese da sostenere per partecipare alla manifestazione mondiale e complessivamente verranno spesi più di 11 milioni di euro.
Una cifra abbastanza elevata, comprendente tre milioni stanziati dall'assessorato all'Agricoltura, 4,3 milioni stanziati dall'assessorato alle Attività Produttive e i restanti ricavati dai fondi europei e da un sistema di quote di partecipazione, che verranno versate da tutti i comuni e le aziende che vorranno partecipare.
Soldi che verranno impiegati per l'affitto degli spazi, come l'auditorium, il ristorante vip, la "Piazzetta n.4" e uno spazio supplementare di circa 200 metri, per le pulizie, per il trasporto delle statue di Demetra e Korè e per finanziare i settori e i gestori che si occuperanno di traduzione, intrattenimento, consulenze di esperti, flussi turistici, catering e, addirittura, “trasporto libri”.
Stando agli assessori, varrà la pena di spendere questa cifra: l'Isola dovrebbe, infatti, ricavarne molti benefici. Ad esempio, gli incassi dalle vendite dei prodotti made in Sicily e il turismo che si attirerà nelle nostre città: ad ogni vendita verrà rilasciato uno scontrino che servirà ad entrare gratis nei musei e siti archeologici siciliani.
In linea con le polemiche riguardanti l'Expo, come le richieste di volontari che lavorassero all’interno della fiera, a costo zero e la mancanza di traduttori simultanei, non sono mancate le osservazioni dedicate alla Sicilia: riuscirà la nostra regione, con la sua amministrazione talvolta sgangherata, ad emergere da questa "prova di esposizione"?
Ogni evento porta con sè sia felicità e malcontento: forse, allora, nel caso della Sicilia, dovremmo pensare che la presenza all'interno di una vetrina mondiale in cui i maggiori Paesi potranno mostrare al mondo intero le loro potenzialità, tecnologie e metodi alternativi e sostenibili sia un vantaggio. E chi lo sa, magari l’Expo 2015 riuscirà a nutrire anche la nostra terra e generare vita.
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