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Sgarbi saluta Salemi: «a fine mandato vado via»

L'annuncio inatteso per la presentazione di un'opera di Cèzanne; «Aveva ragione Toscani, in Sicilia la mafia è la burocrazia. Non c'è futuro».

  • 8 agosto 2011

Sembrava che il guerriero della Bellezza non dovesse demordere mai. Pareva piuttosto che la sua personalissima lotta in difesa dell’attivismo, fosse destinata ad essere condotta fino alla fine. E in effetti una fine si aspetterà: quella del mandato. Vittorio Sgarbi annuncia la sua resa, dichiarando il ritiro da Salemi al termine degli ultimi due anni che gli rimangono nelle vesti da Sindaco. Dopo polemiche infuocate e accesi battibbecchi mediatici, arriva la dichiarazione che non tutti si sarebbero aspettati, considerato il fervore con cui il Sindaco di Salemi aveva difeso la sua fiducia nella Sicilia.

«Non mi ricandiderò più a Salemi. Oggi celebro la morte della mia attività di sindaco in Sicilia». Così le parole di Sgarbi stracciano gli entusiasmi di chi era accorso alla conferenza stampa tenuta sabato 6 agosto all'hotel Wagner di Palermo, per la presentazione di un prezioso acquerello di Cézanne dal valore di 40 milioni di euro e presto esposto a Salemi, pensando di trovarsi di fronte ad una cerimonia di conquista, che, invece, si è trasformata nell’attestazione di una resa: «Non si può fare il sindaco in Sicilia, e ho sbagliato ad accettare di farlo». Dichiarazioni che arrivano dopo che la giunta del famoso comune del trapanese è finita sotto i riflettori della cronaca per le presunte infiltrazioni mafiose nell’amministrazione comunale in seguito all’arresto del deputato regionale, Giuseppe Giammarinaro.

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A chi lo aveva accusato di ottusità nel suo ostinato negare l’esistenza del fenomeno mafioso, risponde adesso, quasi in controtendenza al suo oltranzismo, che la mafia in effetti esiste: «Aveva ragione Toscani, in Sicilia la mafia è la burocrazia. Non c'è futuro». E per questo che, il noto critico d'arte, che a Milano ha già affrontato in passato altre esperienze in campo amministrativo, pare deciso ad abbandonare la terra a cui ha donato l’impegno degli ultimi anni, precisando che «i prossimi atti saranno solo di semplice amministrazione. Non mi ricandiderò alla carica di Sindaco e rinnoverò integralmente la giunta per concludere la legislatura». Una dichiarazione amara specie per chi aveva confidato nell'impresa di fare della cittadina trapanese, una capitale di tesori artistici. «Non si può fare niente in questa terra - aggiunge Vittorio Sgarbi - perché quello che ti capita qua non ti capita in nessun'altra parte d'Italia».

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