CINEMA E TV
Se mi lasci ti cancello: l’ambiguità del ricordo
Se mi lasci ti cancello
USA 2004
Di Michel Gondry
Con Jim Carrey, Kate Winslet, Elijah Wood, Mark Ruffalo, Kirsten Dunst, Tom Wilkinson.
“Eternal Sunshine of the Spotless Mind” (l’ignobile titolo italiano, concepito solo per accalappiare qualche sprovveduto spettatore) inizia come il più classico dei film d’amore. I primi venti minuti potrebbero costituire quasi un ottimo corto a sé stante, su due esistenze, quelle di Joel (Jim Carrey) e Clementine (Kate Winslet), entrambe molto particolari, che si incontrano (per caso?) e provando ad avvicinarsi. Dopo avviene la svolta fantascientifica (o meglio fantastica): Joel, improvvisamente ignorato da Clementine, si confida con i suoi amici che gli mostrano un bigliettino in cui vi è scritto che la ragazza si è fatta rimuovere da una ditta specializzata tutti i ricordi relativi alla loro storia d’amore. Il film allora prende un’altra piega. Gli eventi si mescolano, si contorcono, interagiscono, e si fondono in quel calderone che è la mente del protagonista. L’elemento fantasy è solo un pretesto per mettere in scena la rappresentazione della mente di un uomo. Tema particolarmente caro allo sceneggiatore Charlie Kaufman, che con la sua prima opera (“Essere John Malkovich”) ci ha catapultati nei meandri psichici dell‘inquietante attore e con la seconda (“Il ladro di orchidee”) ci ha permesso di spiare la sua stessa psiche durante il processo di creazione artistica.
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