ARTE E ARCHITETTURA
Samuele Calabrò, il pubblico che suona lo spazio
“Stabiliamo un contatto!”: potrebbe essere questo il motto che caratterizza il lavoro del giovane artista Samuele Calabrò, “Touch sound”, da fruire a Palermo presso lo spazio Zelleartecontemporanea fino al 28 maggio (via Matteo Bonello 19; dal giovedì al sabato ore 17.00-20.00, gli altri giorni su appuntamento; tel. 339.3691961, zelle@zelle.it). Chi si aspetta di trovare quadri, fotografie, installazioni, o comunque qualcosa di visibile, di concreto, rimarrà deluso, perché il protagonista assoluto dell’opera di Calabrò è il suono, e gli oggetti - la piccola natura morta di monete, giocattolini e altro che giace sul tavolino all’entrata - sono solo finalizzati alla creazione del suono stesso, mezzo e non scopo dell’operazione artistica. Quelle piccole cose bisogna muoverle, sbatterle, farle stridere sul piano in metallo, e a compiere il gesto deve essere proprio il visitatore, facendo scaturire suoni che Samuele Calabrò cattura dalla sua postazione, che sovrasta lo spazio minimo di Zelle. Come scrive il critico Helga Marsala, “è il pubblico che suona lo spazio, fornendo gli imput necessari all’esecutore di questa sinfonia disarticolata: Calabrò col suo laptop, come un dj alla consolle, raccoglie i segnali trasmessi e li traasforma in personali declinazioni di un paesaggio acustico minimale. Dei sensori collegano i touch plate al laptopo che, ricevute le vibrazioni prodotte dalla collisione tra il piano e i corpi solidi, le elabora in tempo reale, campionandone e modificandone frequenze, timbri, intensità”.
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