ARTE E ARCHITETTURA
Rita Casdia, frammenti di un discorso amoroso
C’erano una volta i celebri fidanzatini di Peynet, i due delicati figurini, l’omino e la donnina, che romanticamente si scambiavano tenerezze seduti su una panchina sotto la luce di un lampione o a passeggio mano nella mano. La giovane artista siciliana Rita Casdia (Barcellona Pozzo di Gotto, 1977) ci offre una rivisitazione ironica e feroce al tempo stesso di questa icona dell’ “I love you”, dietro l’apparente atmosfera ludica che pervade le sue opere, esposte nel progetto-installazione Non mi trattengo dall’amarti fino al prossimo 26 febbraio alla Galleria Nuvole di Palermo (via Matteo Bonello 21, lun /ven 17-20, sab 11-13/ 17-20, telefono 091 323718). La mostra si è inaugurata il giorno di San Valentino, e non poteva essere altrimenti, visto che è l’amore il filo conduttore della storia narrata dalla Casdia attraverso quattrocento scenette tracciate in fogli formato francobollo, che hanno per protagonista una piccola Rita formato bambolina da fumetto, con cuoricini al posto delle pupille al centro di grandi occhi.
Ma attenzione: «Diffidate dalla leggerezza degli artisti – avverte giustamente Troisi – anche quando la trama che imbastiscono sembra rarefarsi fino alla trasparenza, spesso i fili che la compongono possono risultare affilati come lame, taglienti e aguzzi come cocci di vetro...» Mentre un grande disegno campeggia in una delle pareti, la sequenza di micro-ritratti accompagna lo sguardo come le scene di un cartone animato (e se li ai guarda velocemente sembra quasi di vederli muovere, questi personaggini...), fino a condurre dentro la stanzetta con il computer, dove si compie il rito del sacrificio, l’atto terribile della cancellazione, sotto le apparenze di un gioco che, appena finito, si vorrebbe subito ricominciare (...come le storie d’amore?).
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