CINEMA E TV

HomeNewsCulturaCinema e Tv

Ricostruzioni interrotte sul filo dei ricordi

  • 6 novembre 2006

Viaggio Segreto
2006, Italia - Francia
di Roberto Andò
con Alessio Boni, Claudia Gerini, Donatella Finocchiaro, Emir Kusturica, Valeria Solarino, Marco Baliani

Liberamente tratto dal romanzo "Ricostruzioni" di Josephine Hart ("Il danno"), l'intento di Roberto Andò, regista palermitano di "Sotto Falso Nome" e "Il manoscritto del Principe" è un viaggio segreto non solo geografico, ma soprattutto nell'oscuro percorso della memoria e quindi della psiche umana. Il protagonista è quindi il taciturno e malinconico psicanalista Leo (Alessio Boni) che, per sua stessa ammissione, usa i ricordi degli altri per dimenticare i propri. Infatti, assieme alla sorella Ale (la bellissima Valeria Solarino), ha un rinnegato e oscuro passato alle spalle che tenta di dimenticare.

La lettera di un prete, il matrimonio della sorella e soprattutto la notizia della vendita della villa in Sicilia dove un tempo abitava, lo portano a scavare nella sua memoria e a dover ricostruire i suoi traumi infantili. La sorella sogna di diventare un'attrice, su di lei il passato si riflette attraverso insicurezze e instabilità emotive, quando conosce Harold, un importante artista di origine serba (Emir Kusturica) e tutto fa pensare che per lei sia arrivato, finalmente, il momento di superare le proprie paure e vivere un'esistenza felicemente normale. Leo decide quindi di compiere il viaggio in Sicilia, alla vecchia casa abbandonata, da solo e in segreto.

Adv
Lì ricostruirà la traumatica vicenda dell'assassinio della madre (Claudia Gerini) che, venticinque anni prima, ha sospeso la loro giovinezza e li ha costretti a fuggire. Un viaggio che lascia alle spalle le macerie del proprio passato e il mistero che vi è custodito approdando a una terra oramai sconosciuta. A far da legame a tutta la vicenda un'altrettanto misteriosa Donatella Finocchiaro che tenta di ricostruire (per conto di Harold che vorrebbe regalare la casa ad Ale) il fatto criminoso e in parallelo di ricostruire una vita.

L'uscita di "Viaggio Segreto" (tra gli eventi speciali alla Festa del cinema di Roma) non ha mancato di suscitare polemiche  per il legame ambiguo tra i due fratelli definito da molti incestuoso. Non si può negare l'approccio audace e sperimentale di Andò, intenzionato a suscitare polemiche. La pellicola è interessante, dal punto di vista psicanalitico non priva di spunti di riflessione, ma il voler rispecchiare i processi della memoria dona un ritmo troppo lento e apatico. Il film risulta frammentario e le continue interruzioni (della memoria) disturbano lo spettatore che si trova disorientato di fronte a dialoghi interrotti, scene interrotte, vicende interrotte, soluzioni interrotte.

La memoria inganna, i suoi flash-back non sempre sono chiari e lineari, a volte essa si "blocca", in un frammento che continua a ripetersi all'infinito. Tutto continua a ruotare davanti alla scena di una coppia di amanti, più che di genitori, la terribile sensazione per i due figli di non essere lo scopo primario di quell’unione, la scoperta della sessualità, la sfida di due bambini all’insopportabilità della visione di quella che Freud chiama la ”scena primaria” destinata, forse, a ripetersi in eterno.

Nelle intenzioni del regista il proposito di voler rispecchiare in immagini la psiche umana è molto affascinante, in conferenza stampa Andò rivendica – « Il film non spiega nulla di quello che accaduto nella vita di questo uomo» - ma, narrativamente parlando, il risultato è un eccessivo vagare: si desidera che almeno un dialogo, una scena, un fatto, vadano chiariti fino in fondo! Per esempio il racconto di una grazia non raccolta, una bellezza trafitta, come quella delle tre bellissime attrici dalle quali però  la macchina da presa prende sempre debita distanza. Se si avvicina troppo (come per Ale) le spaventa, e allora l'unico sguardo consentito è il campo totale della memoria, il punto di vista di uno spettatore-voyer, nascosto dietro una tenda, passivo. Uno sguardo voyeristico che stordisce un pubblico la cui sensazione finale è più quella d'essere sopravvissuto più che appagato.

Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI