"Questi fiori li ho raccolti stamattina": il dovere del ricordo
Il primo appuntamento del ciclo, “Questi fiori li ho raccolti stamattina, ballata per voci e immagini in ricordo di Giuseppe Di Vittorio", andrà in scena dal 24 al 27 marzo, con replica il 18 aprile, al Nuovo Montevergini, di piazza Montevergini a Palermo (inizio alle 21,15, ingresso euro 5). Gigi Borruso, Massimiliano Geraci, Pietro Massaro diretti da Alfio Scuderi e accompagnati dalle musiche di Umberto Sangiovanni e Daunia Orchestra, ripercorrono la vita e la storia di Giuseppe Di Vittorio, storico segretario della Cgil, nato bracciante e divenuto eroe sindacale, capace di dare una svolta alla moderna storia italiana. Lo spettacolo ruota intorno la vita di un uomo coraggioso vissuto ai tempi dell’Italia economicamente e politicamente in trasformazione tra gli anni Dieci e gli anni Cinquanta del Novecento, alla ricerca del riscatto sociale del mondo del lavoro.
Sullo sfondo delle battaglie in favore dei braccianti e del cammino politico seguiti da Di Vittorio c’è la storia di un’Italia in fondo non lontana da quella attuale, fatta ancora di degrado e sfruttamento, soprattutto in quella Puglia che fu la terra d’origine del sindacalista e il suo campo di battaglia. Un luogo che proprio grazie all’impegno e al coraggio di quest’uomo ha respirato libertà a sviluppo, ma che a sessant’anni dalla sua scomparsa è impossibile non paragonare alla terra che continua a soffrire schiavismo e arretratezza, secondo un parallelismo che rende la pièce un dramma della memoria contemporaneo. Il racconto prende solo le mosse dalla biografia di Di Vittorio, e sul filo delle inchieste, delle vicende storiche e dei ricordi si sviluppa poi sulla storia del Sud di oggi e delle sue profonde e insanabili contraddizioni. Sulla scena un intreccio continuo di passato e presente, un susseguirsi di immagini, di dialoghi e musiche raccontano le vittorie e le sconfitte di un’Italia per la cui salvezza qualcuno continuò a lottare fino agli ultimi giorni della sua vita, con un coraggio che spesso a noi manca e che pertanto è nostro dovere ricordare.
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