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"Questi fiori li ho raccolti stamattina": il dovere del ricordo

Balarm
La redazione
  • 19 marzo 2007

«Presentare in forma drammaturgica cinque eminenti personalità del mondo politico-sindacale siciliano e meridionale, poco conosciute ai giovani, ma di straordinaria rilevanza e che hanno contribuito a formare l’Italia, mi sembra un’operazione coraggiosa e di grande valore sul piano etico e culturale». Così il sindaco Diego Cammarata in occasione della presentazione di “Anteprima(vera)” 2007 aveva preannunciato che questa nuova edizione avrebbe ospitato, tra gli altri, anche appuntamenti di grande impegno civile. “Storie interrotte” è il nome del progetto speciale che arricchisce la manifestazione di quest’anno e che mira a ricordare e a diffondere la memoria di figure quali Francesco, Crispi, Francesco Saverio Nitti, Luigi Sturzo, Giuseppe Di Vittorio, Donato Minichella.

Il primo appuntamento del ciclo, “Questi fiori li ho raccolti stamattina, ballata per voci e immagini in ricordo di Giuseppe Di Vittorio", andrà in scena dal 24 al 27 marzo, con replica il 18 aprile, al Nuovo Montevergini, di piazza Montevergini a Palermo (inizio alle 21,15, ingresso euro 5). Gigi Borruso, Massimiliano Geraci, Pietro Massaro diretti da Alfio Scuderi e accompagnati dalle musiche di Umberto Sangiovanni e Daunia Orchestra, ripercorrono la vita e la storia di Giuseppe Di Vittorio, storico segretario della Cgil, nato bracciante e divenuto eroe sindacale, capace di dare una svolta alla moderna storia italiana. Lo spettacolo ruota intorno la vita di un uomo coraggioso vissuto ai tempi dell’Italia economicamente e politicamente in trasformazione tra gli anni Dieci e gli anni Cinquanta del Novecento, alla ricerca del riscatto sociale del mondo del lavoro.
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Sullo sfondo delle battaglie in favore dei braccianti e del cammino politico seguiti da Di Vittorio c’è la storia di un’Italia in fondo non lontana da quella attuale, fatta ancora di degrado e sfruttamento, soprattutto in quella Puglia che fu la terra d’origine del sindacalista e il suo campo di battaglia. Un luogo che proprio grazie all’impegno e al coraggio di quest’uomo ha respirato libertà a sviluppo, ma che a sessant’anni dalla sua scomparsa è impossibile non paragonare alla terra che continua a soffrire schiavismo e arretratezza, secondo un parallelismo che rende la pièce un dramma della memoria contemporaneo. Il racconto prende solo le mosse dalla biografia di Di Vittorio, e sul filo delle inchieste, delle vicende storiche e dei ricordi si sviluppa poi sulla storia del Sud di oggi e delle sue profonde e insanabili contraddizioni. Sulla scena un intreccio continuo di passato e presente, un susseguirsi di immagini, di dialoghi e musiche raccontano le vittorie e le sconfitte di un’Italia per la cui salvezza qualcuno continuò a lottare fino agli ultimi giorni della sua vita, con un coraggio che spesso a noi manca e che pertanto è nostro dovere ricordare.
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