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Progetto Amazzone: il Teatro contro il Cancro

  • 14 novembre 2004

Con lo spettacolo “Bang Bang/in care Filottete e l’infinito rotondo” di Lina Prosa (progetto scenico e regia di Giancarlo Canteruccio, con Patrizia Zappa Mulas, creazione musicale di Giovanni Sollima, eseguita dal vivo dalla Giovanni Sollima Band, composta dallo stesso Sollima al violoncello, Marco Amico alla chitarra, Riccardo Scilipoti alle tastiere, Giovanni Caruso alle percussioni, coproduzione Associazione Arlenika onlus e Compagnia teatrale Krypton col sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo) in scena in prima assoluta nazionale, lunedì 15 novembre alle 21,15 (con repliche fino al 19 novembre sempre alle 21,15 tranne il 18 novembre alle 17,30) allo spazio “Tre navate” ai Cantieri culturali alla Zisa di Palermo (via Paolo Gili 4), ha inizio la V edizione del Progetto Amazzone “Dal mattino dell’Universo al tramonto del Cancro”, manifestazione ideata dalla Associazione Arlenika per sostenere le donne operate al seno, ma che nei suoi 10 anni di attività anni ha visto crescere il proprio obiettivo diventando una realtà significativa in grado di coniugare il teatro e la cultura con l’impegno sociale. Il Presidente dell’associazione Arlenika Anna Barbera, nel presentare l’iniziativa, ha infatti sottolineato come sia importante la comunicazione per avvicinare alla prevenzione le donne. «Dal 1996, anno in cui è nato il Progetto Amazzone ad oggi – ha detto Anna Barbera – sono state circa 5000 le visite gratuite che sono state fatte presso il nostro Centro. La V edizione del Progetto Amazzone festeggia in questo modo 10 anni di impegno grazie anche alla collaborazione costante del Comune di Palermo, dell’Ospedale Maurizio Ascoli – Arnas e delle volontarie, parte integrante di un progetto innovativo che mette insieme bisogno umano e cambiamento culturale».

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La validità del progetto è confermata dalla continuità della sua realizzazione nel tempo, come ha osservato il dottor Biagio Agostara Direttore dell’Oncologia Medica del Maurizio Ascoli. «La donna che ha affrontato la malattia - ha detto Agostara - con il Progetto Amazzone esce dall’esperienza con un valore in più». E sotto il profilo scientifico, questo quinto appuntamento vede la partecipazione di personalità internazionali in materia che illustreranno, nel corso di conferenze scientifiche presso Palazzo Steri, l’approccio alla malattia, dalla prevenzione fino alle novità terapeutiche (vedi, ad esempio, l’uso degli anticorpi monoclonali) per finire con un approfondimento sulle questioni etiche legate alle malattie tumorali. Lina Prosa, l’altra ideatrice del Progetto Amazzone insieme ad Anna Barbera, si è soffermata invece sugli aspetti culturali del programma e in particolare sul filo conduttore dell’edizione di quest’anno dedicata al Suono. «Abbiamo preso spunto – ha detto la Prosa – dal significato che il suono ha nella memoria del paziente, ma anche della persona sana, perché oggi la tecnologia della diagnosi e della cura è contrassegnata dai suoni, che a loro volta scandiscono l’attesa, la durata e le aspettative di chi si sottopone all’esame. Come è nella filosofia del Progetto Amazzone - ha continuato la Prosa - secondo cui ogni elemento dell’esperienza di malattia è legato ad un contesto globale, il suono viene affrontato nel programma dal punto di vista musicale, antropologico e sociale. A tal fine il progetto teatrale “Bang Bang in care” mette insieme musica e parola con una composizione originale del maestro Giovanni Sollima ed il mio testo “Filottete e l’infinito rotondo. Sollima si è ispirato ai suoni della risonanza magnetica ed all’osservazione del percorso di malattia in ospedale del paziente oncologico».

Lo spettacolo prende corpo dall’opera originale della drammaturga siciliana e da una composizione musicale parallela e integrata in quanto è proprio il suono il personaggio interlocutore dell’azione monologante di un’attrice. L’attrice in questione e protagonista delle pièce è Patrizia Zappa Mulas e l’autore delle musiche originali (eseguite dal vivo dalla Sollima Band) è Giovanni Sollima, compositore e violoncellista siciliano tra i più attivi nel campo della sperimentazione di nuove strade e linguaggi. Nella sala d’aspetto di una infermeria Filottete aspetta il turno per la medicazione del piede gravemente piagato e maleodorante. Ma c’è un altro Filottete che lo precede, che è dentro, definitivamente dentro con le sue urla di dolore e la puzza di cancrena. Quando guarirà il primo Filottete, potrà essere curato il secondo. Il meccanismo dell’azione drammaturgica è lì, nella infermeria, antro laico della speranza e della scienza, con cui è possibile solo un rapporto mitico, perché nonostante l’evidenza fisica della causa non c’è immaginario che basti a soddisfare le domande e a chiarire la prognosi interiore. Il Filottete del testo è l’attrice stessa, l’eroina della sala d’aspetto, l’eterna seconda rispetto al turno della medicazione, ma ugualmente seconda rispetto a tutto ciò che la ha condotta qui. Lo sfondo su cui agisce il Filottete di Lina Prosa non è più quello mitico del mondo omerico, ma quello dozzinale del traffico commerciale di navi e container che trasportano ininterrottamente carne macellata per le multinazionali dell’alimentazione, primo fra tutte Mac Donald’s. Forse anche Filottete è diventato oggi carne da macello? Su questo testo si inseriscono sei pagine inedite che Sollima – le cui composizioni sono state eseguite da musicisti del calibro di Yuri Bashmet, Gidon Kremer, Yo Yo Ma e Riccardo Muti e che ha lavorato per il teatro con Bob Wilson, Karole Armitage, Carolyn Carlson e Peter Stein, e per il cinema con Marco Tullio Giordana – definisce “canzoni semplici, nude e crude”.

Nascono da un sopralluogo del compositore siciliano negli ospedali di Palermo con particolare attenzione alle stanze in cui i malati di tumore si sottopongono alle terapie.Dai suoni prodotti dalle macchine e dalle sensazioni provate dal musicista è nata una partitura che assembla «senza ordine – spiega Sollima – materiale di ogni genere e provenienza, note (musicali e non), documenti audio, campionamenti, scritti di oncologia»; in questo dedalo di ispirazioni Sollima ha poi tracciato un percorso intorno ad “un centro pulsante, vitale (o anche qualcosa di diametralmente opposto, statico, o come in trance) da cui si propagano i grandi cerchi concentrici del suono”. E di cerchi concentrici è composta la scenografia ideata da Giancarlo Cauteruccio: uno spazio in cui si alternano acqua e sale, elementi che costituiscono “la carne” su cui ruota la regia. Una carne “che invade i corpi e le autostrade, che in espansione o in sottrazione ci rende obesi o scheletrici, che urla il dolore del destino di ognuno di noi” spiega il regista. Cauteruccio riprende così il tema del corpo che lega gran parte della sua ultima produzione – dalle performances sull’interazione uomo-macchina alla riproposta di alcuni classici come “L’ultimo nastro di Krapp” e “Ubu Roi” riletti sotto la metafora della bulimia e dell’anoressia sentimentale - aggiungendo qui un importante tassello: la malattia come tempo sospeso dell’attesa.Quei cerchi concentrici alludono non solo all’isola di Lemno, dove Filottete fu abbandonato da Ulisse e dai suoi compagni a causa di una ferita inguaribile, ma anche a un luogo metafisico dell’esclusione e della solitudine. Inoltre inserito nel programma della manifestazione vi sarà un evento speciale: il 16 novembre alle ore 9,30 nell’atrio del Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Palermo (piazza Olivella 24), “Le vigilie della Voce”, una performance vocale del gruppo delle donne del Laboratorio Teatrale del Centro Amazzone guidate da Miriam Palma. Lo stesso giorno sarà presente Maria Grazia Cucinotta testimonial di questa edizione del progetto Amazzone. Costo del biglietto euro 10, ridotto 5, da acquistare presso il botteghino del teatro. Info al numero 091.6120140.

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