ATTUALITÀ
Post elezioni: Lombardo si darà all'agricoltura
In un'intervista radiofonica il governatore della Sicilia dichiara il suo amore per l'agricoltura: «Ho un agrumeto, è complicato gestirlo. Mi inventerò un lavoro»
Il futuro post elezioni del presidente della regione Raffaele Lombardo? Bucolico. «Non mi ricandido - dichiara ai microfoni della trasmissione radiofonica "24 Mattino” su Radio 24 - ho un agrumeto da gestire. Sono appassionato di agricoltura, è complicato governare il mio agrumeto e cercare di pareggiare i conti entro la fine dell’anno. Mi inventerò un lavoro, sono ancora capace di intendere e volere». Al bando la politica dunque? Lombardo chiarisce subito: «Non è detto che non dia una mano alla causa politica nella quale credo ma non mi candido».
Quanto alla paura di finire al fresco, come il suo predecessore Cuffaro, la calda folata estiva pettina i pensieri inquieti del governatore che in uno slancio di sincerità ammette che in merito all’imputazione coatta per concorso esterno alla mafia da parte della procura di Catania «Non faccio scongiuri, ci mancherebbe altro. Se sarò ritenuto responsabile dovrò pagare. Guai se non fosse così, come tutti gli altri cittadini. Mi affido alla magistratura, non commento la decisione del giudice, la subisco. Sono molto più che consapevole della mia assoluta contrarietà a questa storia e lo dimostrerò nelle aule di giustizia che ora frequento perché credo che il migliore difensore di se stesso sia l’imputato. Comunque ho sempre detto, anche prima dell’imputazione coatta, che mi sarei dimesso perché il rinvio a giudizio o addirittura un’eventuale condanna non dovrà toccare il presidente della Regione bensì il cittadino Raffaele Lombardo».
E continua replicando a chi, dalle pagine del Corriere della Sera avanzava l’ipotesi che le elezioni anticipate in Sicilia farebbero saltare la riforma dello Statuto che prevede dalla prossima legislatura il taglio da 90 a 70 dei parlamentari siciliani: «Accusano me non so se per malizia o ignoranza. - e continua - La riforma può saltare come può non saltare. Dipende dal Parlamento nazionale. L’Assemblea regionale siciliana ha votato la riduzione dei parlamentari. Questa riduzione, trattandosi di modifica dello Statuto, ora è competenza del parlamento che deve votare le modifiche in doppia lettura, a distanza di tre mesi. Dal dicembre scorso la Camera e il Senato avrebbero potuto votare, non lo hanno fatto. Lo ha fatto il Senato in prima lettura, la Camera niente. È responsabilità loro. E sa perché non l’hanno fatto? - specifica a chi gliene chiede conto - Per non essere richiamati alle loro responsabilità. Perché magari tagliano i parlamentari in Sicilia e poi loro non si tagliano un solo deputato o senatore». Sotto i giudizi spietati, prima, o sotto il sole cocente d'un agrumeto, poi, quella del governatore Lombardo sarà comunque un'estate bollente.
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