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Pedro Cano: geografia di luoghi inesistenti

  • 6 febbraio 2005

“Geografia di luoghi inesistenti”; “pittura dell’invisibile”, sono esempi di ossimori, paradossi fantastici che diventano reali quando è un grande genio a crearli: Calvino in letteratura, Pedro Cano in pittura. Visitare la mostra “Le città invisibili” (promossa dalla Provincia Regionale di Palermo in collaborazione con l’associazione culturale Imago al Loggiato San Bartolomeo, in corso Vittorio Emanuele 25 a Palermo, aperta fino al 6 marzo, visitabile a ingresso gratuito da martedì a sabato dalle h. 16.30 alle h. 19.30 e domenica dalle h. 10.00 alle h. 13.00, mentre dall'1 al 5 marzo h 9.30/12.30 e domenica 6 h 10.00/13.00), per un amante dell’omonimo libro, è un po’ come un sogno ad occhi aperti: chi non ha desiderato, almeno una volta, di imbattersi, magari imboccando il bivio sbagliato, in una di queste città dall’affascinante nome di donna; adesso, come per magia, nelle sale del Loggiato San Bartolomeo, 55 cartoline raffiguranti quelle città ci fanno credere che la fantasia può prendere forma. Pedro Cano racconta come fu difficile riuscire a portare a termine questo progetto, trovando che il metodo migliore fosse quello di annotare, sulla copia-cimelio datagli in dono dalla moglie argentina di Calvino, ogni suggestione i suoi viaggi gli ispirassero.

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Per ironia della sorte, il modo di procedere scelto dal pittore spagnolo fu lo stesso che Calvino utilizzò nella costruzione de Le città invisibili, confermando l’idea che ogni città immaginaria contiene in sé un po’ di reale, come, ad esempio, i canali veneziani, le costruzioni marocchine, le isole mediterranee. La tecnica usata è quella dell’acquarello, perfetta per dare il senso di qualcosa di evanescente, di onirico; il supporto sono fogli di carta fatta a mano, su cui si intravede, al centro, una sbiadita linea verticale, come se fossero pagine volate via dal libro. Da sottolineare, infine, le iniziali delle città inserite sulla destra del quadro, prese da ben 30 alfabeti, riportate dal pittore per testimoniare come “due segni assolutamente diversi possono avere lo stesso suono”. Come lo stesso suono, sembra voler dire Cano, possono avere pittura e letteratura.

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