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Palermo chiama “Jazz Vanguard”

Sono sei i concerti in programma che animeranno il Ccp Agricantus fino al 23 dicembre

  • 21 ottobre 2003

Sensibile alle istanze musicali provenienti da ogni genere, anche quest’anno il Centro culturale polivalente Agricantus (via XX Settembre 82/a) propone una rassegna di musica jazz. E lo fa avvalendosi dell’Associazione Culturale “Il Caleidoscopio” che, sotto la direzione artistica di Toti Cannistraro, presenta Jazz Vanguard, un programma in cui, ancor di più che negli anni passati, si dà spazio al jazz internazionale, ospitando musicisti molto noti al pubblico degli appassionati proprio per la loro innovatività ed originalità.

Primo appuntamento, il 28 ottobre, con il Kikoski-Scheps 4et, gruppo incentrato sulla coppia piano-sax cui si affiancano il palermitano Marcello Pellitteri alla batteria e l’oriundo nigeriano Essiet Okon Essiet al contrabbasso. Una combinazione di grande interesse, attesa la moderna interpretazione pianistica di Kikoski, capace di ospitare nel proprio jazz anche intrusioni pop e rock, nonché la grande versatilità di Scheps, che, scevro da ogni pregiudizio, combina il funk anni ’70 con il free-jazz coltraniano, sue due grandi passioni attraverso cui crea un particolare connubio di coerenza e libertà. A seguire, l’11 novembre, il quartetto di Renee Rosnes, pianista tra le più originali della sua generazione per il suo eclettico stile hard-bop, insignita, per la quarta volta nella sua carriera, dell’ambito premio internazionale canadese June Award, nella categoria degli album di jazz tradizionale con il suo ultimo disco Life On Earth. Oltre che da Rick Perry al sax tenore e Dennis Irwin al contrabbasso, a Palermo la Rosnes si fregerà della presenza di Lewis Nash, batterista tra i più richiesti da jazzmen storici (per tutti Oscar Peterson e Sonny Rollins), e citato sull’autorevole Biographical Encyclopedia of Jazz.

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Quindi, il 18 novembre salirà in pedana un quartetto tutto siciliano, Vinum de Cupa, costituito da Mauro Schiavone al piano, il catanese Orazio Maugeri al sax alto, il bassista Igor Ciotta e Giuseppe Urso alla batteria, tutti giovani musicisti di notevole preparazione tecnica e particolare sensibilità, reduci per altro, lo scorso anno, da una gloriosa tournée che li ha portati fino a Budapest ad esibirsi alla Magyar Radio, emittente nazionale ungherese. In questo concerto ospiteranno una giovane realtà del trombone jazz, Gianluca Petrella, già a fianco di Carla Bley, Steve Coleman, Bruno Tommaso, Enrico Rava e Roberto Gatto. Membro della francese Orchestre National de Jazz, ha tenuto nel 2001 un concerto alla prestigiosa Town Hall di New York con il quintetto di Rava, venendo lo stesso anno insignito del prestigioso Django d’Or come miglior talento.

Altro immancabile appuntamento sarà quello del 2 dicembre con il Joe Martin Quartet, gruppo guidato dal polistrumentista Martin che al basso esprime una particolare liricità espressiva, attirando l’attenzione dei più autorevoli jazzisti contemporanei. Nella sua band militano musicisti tra i più seguiti dell’attuale panorama jazz giovanile: Jorge Rossy alla batteria, noto per le sue personali tessiture ritmiche a fianco del giovane pianista Brad Melhdau, ed il tenorista post-bop Mark Turner, rappresentante della “new-thing” newyorkese, che con estro melodico e ricco fraseggio ha saputo far propria la lezione coltraniana, grazie anche ad importanti esperienze formative nei più famosi clubs del Village. Completa il gruppo l’iberico Albert Sands, apprezzatissimo pianista formatosi negli Stati Uniti, che vanta prestigiose collaborazioni nel contesto jazzistico di New York.

In tale variegata rassegna non poteva mancare un appuntamento “vocale”, ed il quartetto di Carme Canela, considerata tra le voci più originali del jazz spagnolo, assolve perfettamente a questa funzione. Artista profondamente radicata nella canzone spagnola e catalana, spazia in diversi ambiti musicali, affrontando con suggestivi arrangiamenti anche un repertorio più moderno, con brani come Strange meeting di Bill Frisell o Estate di Bruno Martino o ancora My love di Paul Mc Cartney. L’11 dicembre la cantante sarà supportata da un trio stabile formato dal sensibilissimo pianista e compositore Joan Monnè, dal contrabbassista Rai Ferrer e dal batterista David Xirgu. Infine uno degli ensembles più interessanti della scena jazzistica siciliana e non solo, la Macchina di Suoni diretta dalla pianista e compositrice Marvi La Spina (23 dicembre). Costituita da un organico di circa quindici elementi, la Macchina di Suoni propone arrangiamenti appositamente concepiti, passando con disinvoltura da composizioni originali della pianista a brani classici rivisitati e presentando un repertorio tra i cui autori figurano Coltrane, Bartok, Jimi Hendrix e Stevie Wonder, sempre riletti, comunque, attraverso un linguaggio propriamente jazzistico.

Per questa via, dunque, Il Caleidoscopio e l’Agricantus si affiancano alle altre realtà e strutture che cercano di rivitalizzare la musica jazz in città, contribuendo a rendere Palermo uno dei centri più attivi del circuito jazz internazionale. L’ingresso a ciascun concerto costa 8 euro (tranne Kikoski-Scheps, Renée Rosnes, Joe Martin, 15 euro). L’abbonamento ai sei concerti costa, invece, 55 euro. Per informazioni è possibile chiamare i numeri 091.487117 - 338.7236001 o visitare il sito www.agricantus.org

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