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Palazzo Riso: la facciata di Francesco Simeti

Si vestirà con frantumi di tradizionali luminarie, una serie policroma di richiami nel corrimano delle ringhiere dei balconi e una colorata folla di volatili

Balarm
La redazione
  • 31 marzo 2009

A vincere il concorso “Una facciata per Palazzo Riso” è Francesco Simeti. Infatti la Commissione appositamente nominata da Riso, il Museo regionale di arte moderna e contemporanea della Sicilia, presieduta da Giuseppe Ferrauto e composta da Flavio Albanese, Antonella Amorelli, Daniela Bigi e Paola Nicita, dopo aver valutato i progetti presentati dagli artisti per la facciata di Palazzo Riso, ha ritenuto lui vincitore del concorso per il contenuto originale proposto.

Lo spunto è stato preso dai festeggiamenti per Santa Rosalia: infatti nel suo progetto i frantumi delle tradizionali luminarie in forma di nuvole o sbuffi di fumo vengono collocati sulla parte alta della facciata, mentre una serie policroma di richiami per attività venatoria è sistemata lungo il corrimano delle ringhiere dei balconi. Una variopinta folla di volatili colorati, aironi e fagiani, invece, sta a guardare il corteo che si snoda lento, rovesciando il consueto punto di vista, dal palazzo verso la folla, che diviene a sua insaputa, oggetto di curiosa attenzione.

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Agli artisti siciliani il Museo aveva chiesto infatti, un lavoro creativo per un allestimento temporaneo della facciata, un’ opera dedicata al rapporto tra Riso spazio museale e l’area urbana circostante, con particolare riferimento alla facciata del Palazzo e all’asse di Corso Vittorio Emanuele e Piazza Bologni. Inoltre sono state date anche delle menzioni per Federico Lupo, Francesco Spampinato e Laboratorio Saccardi.

Il primo si rifà a un episodio che riconduce ai moti insurrezionale del 1859, a pochi passi dall’unificazione dell’Italia, per proporre una poetica riflessione fatta di stormi di uccelli che vanno a punteggiare la facciata del palazzo, di proprietà del marchese Riso, nelle cui ampie soffitte in quei giorni, si ritrovano irredentisti, armi e munizioni. Una riflessione che si avvale di video, girati lentamente con primissimi piani di becchi di uccelli cinguettanti.

Il secondo chiama a raccolta una folla di personaggi e immagini urbane di piazza Bologni, recuperate da archivi pubblici, organi di informazione e istantanee da cartolina, per serigrafarla su grandi dischi di metacrilato policromo, collocati su piani differenti che invadono, in una immagine pop, tutta la parte alta del palazzo con un vistoso effetto optical.

Il terzo propone invece un irridente gesto buffonesco, uno sberleffo siciliano scaramantico che prorompe sulla facciata impettita del palazzo: due occhi strabici, un naso da scaramacai e una bocca sensuale femminile, con una bianca dentatura esibita, trasformano con un gesto da Zorro e in un sol colpo la scena su piazza Bologni, il tutto gigantesco e fuori scala.

Per l’assessore regionale ai Beni culturali, ambientali e alla Pubblica Istruzione, Antonello Antinoro, e per il direttore del Dipartimento Beni culturali, Romeo Palma, si tratta :«di una opportunità di internazionalizzazione che viene offerta agli artisti siciliani, ulteriore conferma dello spirito che un museo diffuso sul territorio come Riso mette in campo in ogni sua iniziativa».

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