CULTURA
Orestiadi 2004: omaggio all’Africa fra passato e futuro
L’estate porta con sè alcuni interessanti appuntamenti culturali e fra questi uno assai atteso è costituito dalle Orestiadi di Gibellina, giunte quest’anno alla XXIII edizione. Per questa rassegna, e forse definirla tale è riduttivo, che si svolgerà da giugno a settembre, è sempre stato centrale il rapporto con i luoghi dove si svolgono gli eventi artistici e con la storia di quei luoghi. Questa costante, insieme alla scelta di un teatro di impegno in stretto rapporto col presente, può ben essere esemplificata da due episodi particolarmente significativi e felici della loro attività: l' “Orestea” di Eschilo, nella traduzione contemporanea in siciliano di Emilio Isgrò, momento costitutivo di tutte le attività delle Orestiadi di Gibellina, la cui Fondazione ne ha preso, non a caso, il nome; “Il silenzio”, di Pippo Delbono spettacolo concepito in memoria del terremoto che nel 1968 distrusse la città vecchia, ma che tanti altri "terremoti" ha saputo evocare e che, tra i tanti successi, ha anche segnato la definitiva consacrazione in Francia di Delbono e della sua compagnia.
Tre registi diversi (per sesso, nazionalità, cultura e formazione), tutti sotto la soglia dei quarant'anni, sono stati chiamati a realizzare le tre parti della trilogia. Ci sarà quindi Monica Conti che, avvalendosi di altri linguaggi (come il canto e la musica) affronta il “lato femminile” delle “Coefore”, tragedia che viene ad essere luogo di transito obbligato tra un “passato che non passa” e un futuro che resta oscuro e quasi impossibile da razionalizzare. Lo spettacolo con A. Guarnieri, traduzione di P.P. Pasolini, prodotto dal Teatro Stabile delle Marche, in collaborazione con Fondazione Orestiadi Gibellina, la Biennale di Venezia, il Teatro di Roma, Sipario d'estate della Provincia di Pesaro e Urbino, andrà in scena il 24 e 25 settembre presso l’Auditorium di Gibellina. Invece una dimensione futura delle “Eumenidi” è quella nella quale si muovono Caden Manson e il suo Big Art Group statunitense, usando il progresso della tecnologia come strumento di interpretazione e progettazione del nuovo. Ad essi la Fondazione Orestiadi ha suggerito solo due chiavi di lettura, strettamente legate tra loro: la prospettiva dell'Africa, divisa dalle coste siciliane da poche miglia e legata alle ben note cronache di dolore di questi anni ma anche a testimonianze di felice integrazione, e il lavoro poetico di Pier Paolo Pasolini, che non solo tradusse “Orestea” nel 1960 per Vittorio Gassman, ma trovò proprio nell'Africa il luogo di contatto tra il mito e noi, come dimostrano i suoi film, in particolare quel saggio poetico che sono gli “Appunti per un'Orestiade africana”.
Lo spettacolo, dal titolo “Eumenidi Gentler” e prodotto anch’esso dallo Stabile delle Marche e dal Centro Teatrale Bresciano e realizzato in collaborazione con la Biennale Teatro diretta da Massimo Castri, andrà in scena il 27 e 28 settembre presso il Municipio, sala Agorà subito dopo avere debuttato insieme con le “Coefore” a Venezia tra il 16 e il 20 settembre. Il programma dell'edizione 2004 delle Orestiadi prevede inoltre uno sguardo sull'Africa profonda con un omaggio a L.S. Senghor, uno degli intellettuali più in vista della rinascita culturale e politica del continente africano e raffinato poeta di lingua francese, presidente del Senegal dal 1960 fino al 1980. Il concerto-recital a lui dedicato infatti, dal titolo “Ostie nere”, progetto del Teatro Metastasio Stabile della Toscana, curato da Massimo Luconi e realizzato da un ensemble di musicisti e attori senegalesi e italiani, andrà in scena il 4 luglio presso il Baglio di Stefano di Ghibellina. Attraverso la musica e con la parola poetica di L.S Senghor, David Diop, Aimè Cesaire e altri poeti africani di lingua francese, si entra nel mondo della negritudine, delle tradizioni ancestrali ma anche nei fermenti e nelle speranze deluse del grande continente.
Un'Africa poetica e forte, colta e raffinata, diversa da quella streotipata del folklore, non a caso immune da certe violenze estreme di cui ci giunge periodicamente la terribile eco. L'impianto scenico dello spettacolo è costituito dalle opere che Moussa Traore, uno dei più interessanti artisti senegalesi realizzerà nel suo “Workshop” a Gibellina (29 giugno-3 luglio), utilizzando polemicamente, come di consueto, materiali di recupero e rifiuti della nostra civiltà opulenta. Infine, il 10 e 11 luglio saranno dedicati a un giovane quanto apprezzato autore/attore palermitano, Davide Enia, arrivato al successo non ancora trentenne con la mitologia calcistica di “Italia - Brasile 3 a 2”, monologo da stadio per un artista inventatosi cantastorie moderno (Premio Ubu 2003) proposto per la prima delle due serate. La seconda invece è per il nuovo spettacolo, “Maggio '43”, dove è la polvere della guerra di 60 anni fa che si dirada e lascia scorgere tra i cumuli delle macerie raccontate la Palermo colpita dai bombardamenti degli Alleati nel maggio del '43, coi 1500 morti, i quartieri distrutti, lo sciacallaggio, il mercato nero, gli stupri della milizia fascista. Entrambi gli spettacoli avranno luogo presso il Baglio Di Stefano. Per informazioni è possibile chiamare lo 0924.67844 o visitare il sito www.orestiadi.it
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