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"Nuova Terra", intervista a Manfredi Lombardo

Manfredi Lombardo, fondatore del Blow-Up, è il quarto ospite della nostra rubrica "Young Politics", dedicata al sentire politico più giovane

  • 7 ottobre 2012

Manfredi Lombardo, trentatreenne palermitano, fondatore del Blow-Up, candidato alle regionali del 28 ottobre nella Lista Fava Presidente, è il quarto ospite della nostra nuova rubrica "Young Politics", dedicata al sentire politico più giovane (Gianpiero Trizzino, Erasmo Palazzotto e Vincenzo Di Trapani).

Quali sono i primi tre provvedimenti su cui punterebbe una volta eletto all’Assemblea con Giovanna Marano candidato alla Presidenza della Regione siciliana?
Per prima cosa, insieme al gruppo di giuristi del progetto “Nuova Terra”, stiamo mettendo a punto un disegno di legge da presentare alla prima seduta dell’Assemblea regionale: si tratta di una proposta per ridurre i costi della politica che di questi tempi riteniamo immorali. Nella prima seduta utile dell’Ars, annuncerò l’autoriduzione dei miei emolumenti, destinandone il 70 per cento alla Fondazione “Nuova Terra” con la quale finanzieremo circa 100 progetti di microcredito, sul modello della Grameen Bank del premio nobel Yunus, a tasso zero, rivolta ai giovani che hanno voglia di avviare imprese, principalmente nei settori cultura e web economy. Come seconda cosa abbiamo allo studio un progetto per istituire un salario minimo per le persone disoccupate o inoccupate, per dare un contributo tangibile a tutti coloro non sono in gradi di produrre momentaneamente un reddito proprio, che riteniamo la principale emergenza della nostra regione in questo momento. Infine contiamo di capire la reale situazione del bilancio della Regione e rendere pubblici tutti i dati al fine di garantire la massima trasparenza.

Qualche settimana fa, lei, Mariangela Di Gangi, e Sergio Petrona Baviera, componenti della Direzione Regionale del PD Sicilia, avete scritto una lettera affermando che avreste sostenuto Fava e la Marano. La stampa vi ha definito “ammutinati”, perché avete lasciato il Partito democratico?
I veri ammutinati sono quelli che hanno tradito la storia politica della sinistra siciliana della legalità e la difesa dei più deboli in funzione di un semplice calcolo matematico. Ovvero quello secondo cui l’Udc avrebbe più voti degli alleati naturali del Partito democratico. Molta gente si è accorta di questo, non soltanto noi tre. Il Pd probabilmente se ne accorgerà il 28 ottobre.

I giovani, la politica e il mondo del lavoro. In Sicilia non sembra esistere il merito ma solo le raccomandazioni. Si lavora o si fa politica solo se sei “figlio di…”, come spezzare questo circolo vizioso ed evitare così la cosiddetta “fuga dei cervelli”?
E’ una situazione che conosco molto bene e che intendo combattere con ogni forza, essendo cresciuto in una famiglia assolutamente estranea ai “salotti” della politica. I giovani siciliani sono una risorsa immensa per questa terra. Bisogna ripristinare i valori meritocratici, rendendo obbligatori i concorsi pubblici per qualsiasi incarico, altrimenti la regione resterà sempre in mano a persone di basso livello e profilo. Io stesso, malgrado abbia ricevuto diverse proposte in passato, proprio per coerenza non sono mai entrato nel gabinetto di un assessore, nè ho mai accettato alcun incarico pubblico di consulenza.

L’economia siciliana è in crisi. È ferma da vent’anni. Il tasso di disoccupazione è il più alto del mezzogiorno. Quale politica economica è possibile realizzare per rilanciare l’economia dell’Isola?
Sfatiamo il mito che un singolo deputato all’Assemblea regionale possa promettere mari e monti in materia di politiche macroeconomiche. Io non sono candidato alla Presidenza della Regione, la gente è stanca di sentire promesse che poi non potranno essere mantenute. Mi definisco un keynesiano e credo che, in linea di principio, si debbano avere come stella polare le politiche economiche del Sudamerica, che sono proprio in quella direzione.

Infine una domanda sullo Statuto. In estate, la Sicilia è stata definita la “Grecia d’Italia” e alcuni osservatori hanno chiesto l’abolizione delle Regioni a statuto speciale perché i costi della politica e quelli per l’acquisto di beni e di servizi sono, in termini pro capite, circa il doppio. Concordi con la proposta di abolizione o pensi invece che l’autonomia possa salvarci dal baratro?
Io provengo dal mondo universitario e posso dire che l’autonomia degli atenei ha dato grandi vantaggi a chi ha saputo sfruttarla, mentre ha provocato disastri in quegli atenei che ne hanno approfittato per fare una politica di bassa lega. La stessa cosa credo si possa dire per la Regione. L’autonomia è un mezzo, non un fine. Se la Sicilia sarà governata come gli ultimi dieci anni, allora credo che sarebbe meglio abolire ogni forma di autonomia. Se invece il popolo siciliano avrà voglia di cambiare con persone come Giovanna Marano e Claudio Fava, in quel caso l’autonomia è una grande opportunità da sfruttare nel migliore dei modi.

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