"No ponte", memorie di una protesta andata a buon fine
La raccolta, in altre parole, non ci racconta che di un fantasma che un tempo è stato incubo; le ragioni dell’urgenza ci appaiono, ad oggi, al mero servizio della fantasia. E il risultato di ciò va ben oltre, nella mente del lettore: sin dalla prima parola del testo il fantasma non si materializza, né mai si materializzerà, perché la realtà sopraggiunta ha fermato il tempo lasciando in bocca al lettore un senso di stranita dissolvenza. Ci sarebbe piaciuto, è inutile negarlo, che qualcuno degli autori avesse raccontato dell’enorme spreco di denaro avvenuto per gli studi di fattibilità e quant’altro necessario alla progettazione del ponte. Ci sarebbe piaciuto che almeno uno degli autori avesse valicato le nebbie di un’operazione destinata a restare nell’immaginario virtuale e planare pragmaticamente nella tristezza del reale, ma non è avvenuto. La raccolta di racconti è eterogenea, gli autori hanno colto gli aspetti inerenti alla cancellazione e sfigurazione del territorio usando diversi registri narrativi, dal grave al leggero, dall’opprimente all’ironico e hanno posto l’accento su fenomeni malamente caratteristici dell’attuale società come l’inquinamento, la corruzione, e i movimenti strani di denaro indirizzati in tasche ancora più strane. In ultimo, da leggere è la prefazione ai racconti del Prof. Alberto Ziparo, docente di pianificazione territoriale alla Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze.
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