TEATRO
“Murale”: nei versi un tentativo di dialogo e conciliazione <font color=cc0000>(RINVIATO)</font>
Mahmoud Darwish, uno dei più intensi e rappresentativi poeti palestinesi del nostro tempo, voce fondamentale nella lotta per l’indipendenza della Palestina, è l’autore dei versi di “Murale”, lo spettacolo che andrà in scena al teatro Garibaldi di Palermo (ore 21, in via Castrofilippo alla Kalsa) il 17 settembre per la stagione di quest’anno. Lo spettacolo, una lettura a due voci, ideata da Maria Nadotti, con la regia di Federico Tiezzi, vede lo stesso Mahmud Darwish quale carismatico lettore nella sua lingua della propria opera poetica, al quale si affiancherà Sandro Lombardi, grande interprete di testi poetici del nostro teatro, nella lettura dei versi in italiano. La poesia di Darwish, da oltre quarant’anni, racconta la tragica esperienza di un popolo isolato e minacciato nella sua identità ed esistenza. "Ogni poeta in una situazione di emergenza è necessariamente un politico, perché anche la poesia entra a far parte della resistenza all’occupazione" – afferma Darwish. Ciò che colpisce nella sua poesia è la volontà ferma di credere nella libertà, nell’uguaglianza e nella giustizia. - " So che essi sono forti abbastanza e tanto potenti da poter invadere tutto ed uccidere chiunque, ma non possono occupare le mie parole" - dichiara, nonostante sia stato imprigionato cinque volte, dal 1961 al 1967, per le parole contenute nelle sue poesie.
"Io non ho un’identità' culturale puramente araba – dichiara - io sono un misto delle civiltà del passato della Palestina. Io non monopolizzo la storia, la memoria e Dio, come vogliono fare gli israeliani. Essi mettono il passato sui campi di battaglia […] Noi non dovremmo combattere per il passato, lasciamo che ognuno racconti la sua storia come vuole, lasciamo che i due racconti dialoghino tra loro e vedremo la storia sorriderci" – e ancora aggiunge - "Io umanizzo sempre gli altri, compresi i soldati israeliani e spesso sono criticato per questo , ma continuerò ad umanizzare anche i nemici. Il mio primo insegnante fu un ebreo, la mia prima storia d’amore fu con una ragazza ebrea, il primo giudice che mi spedì in prigione era una donna ebrea , così fin dall’inizio io non vedo gli ebrei come diavoli né come angeli, ma come persone". “Murale”, attraverso l'intreccio della lingua araba e della lingua italiana, delle loro diverse cadenze e sonorità, è capace di restituirci la pienezza di un mondo culturale e affettivo ricchissimo e a noi quasi ignoto. Darwish infatti individua nel dialogo e nell’amore una forma di resistenza, certo che l’espressione dei propri sentimenti e della propria umanità sia una forma di protesta contro chi tenta di limitare la vita e la libertà personale: "Qui, sui pendii delle colline, dinanzi al crepuscolo e alla legge del tempo, vicino ai giardini dalle ombre spezzate, facciamo come fanno i prigionieri, facciamo come fanno i disoccupati: coltiviamo la speranza". Questo il costo del biglietto: 10 euro l’intero, 5 euro il ridotto. Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 091.6114255 o via e-mail teatrogaribaldi@hotmail.com.
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