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Mummie e reperti egizi: torna in Sicilia la "Mummy Studies Field School"
Torna in Sicilia la seconda edizione della "Mummy Studies Field School" che fa della regione un centro di mummiologia internazionale
L'antropologo Dario Piombino Mascali
Un gruppo di ricerca internazionale, diretto dall’antropologo Dario Piombino-Mascali, ha condotto uno studio radiologico sulle mummie di Piraino, nell’ambito del progetto "Mummie Siciliane".
Si tratta di 26 mummie di sacerdoti custodite nella chiesa madre della cittadina. L'indagine ha innanzitutto rivelato che, prendendo in considerazione il periodo storico, i soggetti erano longevi e vivevano dai 50 agli 80 anni.
Anche i sacerdoti si ammalavano: le patologie che li colpivano erano perlopiù di natura ossea. Lo studio ha rilevato la presenza di artrosi, compatibile con l’anzianità.
I soggetti erano afflitti anche da malattie come quella di Forestier, dovute a un’alimentazione iperproteica, a base di proteine animali, in particolare derivanti dalla carne, alimento considerato nobile.
In qualità di arcipreti, gli ospiti della cripta godevano di una sepoltura costosa e privilegiata, fondata dall’arciprete Antonio Scalenza nel 1771.
Nato nel 2007, il progetto investiga il ricchissimo patrimonio mummificato della Regione Sicilia, di cui Piombino-Mascali è ispettore onorario per i Beni Culturali. In particolare, lo studio sulle mummie è stato svolto grazie all’impulso dell’antropologo culturale Sergio Todesco, già direttore dell’Unità operativa dei Beni Etnoantropologici della Soprintendenza di Messina.
Per condurre l'indagine, i dati forniti da Marcello Mollica, antropologo culturale dell'Università di Friburgo, sono stati cruciali poiché hanno rivelato dettagli e particolari come età del decesso e caratteristiche sulle storie individuali.
«La prossima tappa sarà lo studio del DNA di queste mummie – dichiara l’antropologo - per risalire a eventuali patologie che non hanno lasciato segno su ossa e tessuti. Siamo felici di avere condotto le nostre indagini proprio a Piraino, una realtà ricchissima di storia e non valorizzata, e quindi conosciuta, come meriterebbe».
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