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Movida a Palermo: i locali "in piazza" e i teatri vuoti

Le piccate righe del musicista Dario Sulis sulla controversa situazione palermitana dei locali notturni: "Quattro venditori di birra e la delega alla cultura"

  • 13 maggio 2013

Basta. È arrivato il momento di fare qualcosa.
Ieri sera, ritornando a casa, quelli del pub della piazza dove abito hanno deciso di fare suonare il gruppetto musicale non davanti o nei pressi del pub stesso, perché avrebbe reso difficoltoso l'ingresso, ma bensì davanti il mio portone, rendendo difficile il raggiungimento di casa.

Ci siamo dovuti infiltrare tra gli strumenti e i musicisti, allora una ragazza del pubblico, munita di fotocamera - doveva essere la fidanzata di qualche musicista - mi ha rimproverato, dicendomi che era inopportuno che io passassi da lì in mezzo.

Ho iniziato a bestemmiare in aramaico sperando che il sindaco mi capisse, ma niente. Sono stato abbastanza aggressivo e se qualcuno avesse reagito, non so come sarebbe finita.

È possibile che ogni sera - tranne il lunedì - per colpa di due locali di 4 metri quadrati ciascuno io e gli altri abitanti della piazza dobbiamo rinunciare alla libertà di uscire e rientrare a casa quando vogliamo, guardare la televisione, ascoltare la musica che ci piace e non quella proposta dai locali sottostanti, dormire quando decido e farmi gli affaracci miei senza nessuno che mi disturbi?

Oppure qualcuno pensa che, dato che sono un musicista, io non abbia il diritto di lamentarmi? Che sia una pena che devo scontare? Ogni tanto mi viene il dubbio. Poi, ragionando, penso che i teatri e i luoghi attrezzati per fare musica sono vuoti. E che questi locali sono l'unica valvola di sfogo per musicisti che hanno bisogno di esibirsi. Penso ci sia qualcosa che non va. Forse è ora che il Comune inizi a fare un po' di politica culturale e la finisca di dare in mano a quattro venditori di birra la delega alla cultura.

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