TEATRO
"Minimo teatro festival": Quiescenti e Covello i vincitori
Concluso il "Minimo teatro festival" organizzato dal Piccolo Teatro Patafisico di Palermo: a vincere è stato il progetto dal titolo "Una vita a matita, progetto Menelik"
Sono state undici le compagnia di teatro e danza, provenienti da tutta Italia, che hanno partecipato alla sesta edizione del "Minimo teatro festival" del Piccolo Teatro Patafisico di Palermo, ma a conquistare la giura e il premio è stato il duo formato dal palermitano Quinzio Quiescenti e il milanese Lorenzo Covello con il loro corto dal titolo "Una vita a matita, progetto Menelik".
500 euro per la produzione dello spettacolo che inserito nel cartellone della prossima rassegna dal titolo "Presente - Futuro del Teatro Libero". Il premio del pubblico va, invece, al corto di danza "Ori et Kami" di Sabrina Vicari.
Si conclude così la nuova edizione del festival con grande partecipazione del pubblico e tante emozioni. Dopo un'attenta valutazione, la giuria ha ristretto l'attenzione su tre progetti, ovvero "Marocco" di Mirko Di Martino, "Una vita a matita, progetto Menelik" di Lorenzo Covello e Quinzio Quiescenti e "Ori et Kami" di Sabrina Vicari.
A scegliere è stata la giura composta da Claudia Cannella, direttrice responsabile della rivista teatrale Hystrio dal 1998, Giuseppe Cutino, attore e regista, direttore artistico della rassegna di Teatro Contemporaneo "Quinte(S)senza" e della compagnia M’Arte.
E ancora, hanno fatto parte della commissione Roberto Giambrone, giornalista professionista, Luca Mazzone, regista e direttore artistico del Teatro Libero di Palermo, Sabrina Petix, drammaturga e attrice e fondatrice della compagnia M’Arte, Rossella Pizzuto e Laura Scavuzzo, della direzione artistica del Piccolo Teatro Patafisico.
«Siamo arrivati a pensare a questo corto spinti dalla voglia e dalla curiosità di creare qualcosa insieme. - dicono i due autori del corto vincitore - Raccontandoci cosa e come avremmo potuto raccontarlo si è andato delineando il compleanno come contenitore di quella poesia agrodolce che avremmo voluto portare in scena e la comicità surreale gli ha poi dato la forma di studio scientifico. Sapere che abbiamo vinto ci ha suscitato un misto di gioia, paura e voglia di iniziare a scrivere a penna mantenendo lo spirito e la leggerezza di quando si scrive a matita.»
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