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Marta sui tubi, affezionati cultori del non-sense

  • 9 aprile 2004

Tornano a esibirsi a Palermo i Marta sui tubi, i due ragazzi di Marsala, trapiantati nel Nord Italia dove hanno dato il via al progetto che li sta portando in giro per la Penisola. Un concerto che ha il gusto di un ritorno a casa per le vacanze, come due pendolari che vengono a passare la Pasqua in famiglia. E la “famiglia” di ammiratori siciliani è pronta ad accoglierli, sabato 10 aprile alle 22.30 allo Zsa Zsa Art Factory, in via Francesco Angelitti 30 (ingresso 5 euro). A circa sei mesi dalla pubblicazione del loro primo lavoro “Muscoli e dèi” per la Eclectic Circus Records, Giovanni Gulino e Carmelo Pipitone tornano a proporre i brani dell’album d’esordio che ha esaurito la prima tiratura in soli due mesi e che sarà ristampato e distribuito dalla Audioglobe. Una vera e propria rivelazione, dunque per uno dei gruppi emergenti più promettenti della scena rock alternativa italiana.

Come volevasi dimostrare, le aspettative di chi ha creduto in loro fin dall’inizio non sono state smentite, nonostante i pregiudizi che avrebbero potuto limitare la loro crescita: i Marta infatti sono soltanto in due, chitarra e voce come la più rustica delle ricette, una formazione che a prima vista potrebbe risultare un po’ riduttiva. Ma è proprio qui che i due hanno dimostrato che una buona dose di talento e tanta determinazione possono bastare a far decollare un bel progetto. Originali, ironici, e affezionati cultori del non-sense, il duo marsalese diverte e si diverte sul palco districandosi tra sonorità e ritmi classici della tradizione folk siciliana, ballate d’autore che vengono reinventate nell’incontro con il sound più moderno del miglior pop anni ‘90 e qualche spunto grunge cattivo ed efficace.

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La composizione essenziale del gruppo viene bilanciata da una parte dalla versatilità della chitarra (Pipitone), scarna ed efficace, senza distorsioni e quindi sempre pronta a spaziare tra diversi generi senza mai risultare troppo pesante o ripetitiva e sempre in grado di mostrare una tecnica ineccepibile; dall’altro dalla voce Gulino, un vero e proprio equilibrista dotato di un eclettismo tale da farlo risultare sempre in perfetta sinergia con il compagno e capace di interpretazioni libere a tratti geniali e mai scontate. Forse proprio il fatto di presentarsi con una struttura così semplice, in un “beach-style” coinvolgente e ben organizzato permette loro di avere quella libertà di movimento che ormai rappresenta l’essenza del loro stile nella destrutturazione dei canoni classici e nella sperimentazione più innovativa. «Così – dice Gulino – abbiamo la possibilità di toccare diversi stili, mantenendo un’identità di fondo basata essenzialmente sul tocco acustico e l’assenza  di suoni elettronici. E’ una cosa molto pura, chiunque potrebbe farlo, come a un falò in spiaggia, quando ti capita di suonare Battisti e poi fai un riff dei Led Zeppelin».

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