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Marcello Buffa: più reale del reale

  • 12 aprile 2005

Ancora una volta l’Arèa contenitoreartecontemporanea (Piazza Rivoluzione 1, Palermo) offre i suoi spazi ad un talentuoso artista palermitano. Questa è la volta di Marcello Buffa (1969) e della sua mostra dal titolo “Le sirene non si spiegano”, con la direzione di Marina Giordano, autrice del testo di presentazione, e di Giovanni Lo Verso, inaugurata il 7 aprile e che potrà essere visitabile fino al 15 maggio. Non appena entrerete nello spazio allestito, verrete presi alla sprovvista da questi volti più o meno grandi che sembrano chiamarvi silenziosamente, con la potenza magnetica dei loro occhi così reali. E’ grazie alla meticolosità della pittura di Buffa che ci sentiamo attratti da queste tele e ci diverte provare ad indovinare chi è il personaggio ritratto così familiare, così “presente”. Ma dopo il primo giro della stanza, ci assale un senso di stordimento, di sottile inquietudine: ci accorgiamo che dietro ad un volto ce n’è un altro, non comprendiamo il perché di titoli così ambigui (Obbligo di catene, Piove sempre sul bagnato, AQ-QZ). Questo senso di vertigine, in realtà, è tipico di una pittura marcatamente iperrealista come quella di Marcello Buffa, il quale riprende da tale filone artistico, per esempio, l’ausilio del mezzo fotografico e l’inconfondibile messa a fuoco esasperata.

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Non sappiamo quanto premeditato e fedele sia il rimando ad artisti iperrealisti come Chuck Close o Richard Estes; importante resta il fatto che il risultato dell’artista palermitano sia originale e di impeccabile fattura; interessante, inoltre, appare il suo modo di coniugare la veridicità fotografica dei volti ritratti con l’astrazione quasi onirica degli sfondi delle tele, così sfumati e rarefatti, che ricordano un po’ le atmosfere da realtà virtuale. Non per nulla queste tele giocano sul binomio reale-virtuale, tanto ricorrente nelle tecnologie di ultima generazione, “…simbolo dell’artificialità che imprime il suo segno contemporaneo, simbolo di un trasformismo che diviene stile di vita” (Francesca Alfano Miglietti). Dunque, quando lo stordimento e la paura di sentirsi osservati da quei volti così incredibilmente “umani” vanno scemando, rimane la soddisfazione di vedere una pittura veramente al passo con i tempi, capace di insegnarci quanto di interessante e di insondato ci possa essere negli occhi, nel naso, nelle rughe, di ognuno di noi.

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