TEATRO

HomeNewsCulturaTeatro

Lo zoo umano di Ribes in una commedia stravagante

  • 6 marzo 2006

Il piacere guizzante dell’imprevisto, l’attimo frizzante dello stupore, la gioia inattesa della sorpresa. Questi, secondo Jean-Michel Ribes, sono i momenti preziosi da catturare in piccole avventure o sventure quotidiane (uno scivolone, il crollo di un edificio ed in genere tutto ciò che produce sussulti e soprassalti) per farci percepire che nella vita non tutto è calcolato, atteso, misurabile. E goderne. Così nel testo dell’autore parigino “Teatro senza animali”, al Teatro Libero di Palermo (salita Partanna, 4) dal 16 al 19 marzo alle 21.15, e poi fino al 25 marzo nella programmazione mattutina, per la regia di Beno Mazzone, risuona l’eco del connazionale Rousseau, ed il suo elogio del primitivo, non ancora sfiorato dalla civilizzazione dei costumi. Ribes ci presenta, infatti, attraverso piccole storie, assurde e paradossali, ricche di humour e di sfide al buon senso, una schiera di stravaganti personaggi, un vero e proprio “zoo umano”, in cui riscoprire origini ancestrali, anteriori all’homo sapiens, alla scimmia, e risalenti allo stadio evolutivo del mondo acquatico e dei pesci. Qui, immersi nell’elemento primordiale del cosmo, linfa vitale di ogni essere, è possibile ritrovare il perduto eden del vivere “fluidamente”, innocenti e felici, e liberi, soprattutto, dai rigidi e compiuti schemi imposti dalla civiltà evoluta. Il teatro di Ribes diviene il luogo ideale e propizio per uno stravolgimento di valori e convenzioni, che sanno di stantio e che costituiscono un prezzo troppo alto da pagare per il mantenimento di una società che rimane inospitale, non accogliente e comunque in crisi, senza prospettive di cambiamento. Gli spunti irriverenti e provocatori del drammaturgo francese si compongono, nella realizzazione scenica di Beno Mazzone, nei singolari e divertenti episodi dello spettacolo, accomunati tutti dalla presenza dell’incongruo, che irrompe, sfacciatamente e senza spiegazioni, nel quotidiano, materializzandosi, per esempio, in uno strano oggetto precipitato in un convenzionale salotto, la domenica mattina.

Adv
Come piccoli quadri irriverenti, le scene di “Teatro senza animali", le strane storie di mariti in lotta con la moglie per difendere una parrucca Luigi XV, della meraviglia di un padre per il nome della figlia, della rivelazione di un uomo al fratello, della scoperta della propria superiorità intellettuale nei suoi confronti, di un barbiere, convinto da un cliente ad ammettere la sua voglia di volare come un gabbiano, suscitano un lieve sorriso che lascia spazio ad una spontanea riflessione. Ma il momento di riflessione si arresta nel rispetto dell’intenzione drammaturgica dell’autore della pièce, alle soglie della spensieratezza svagata. Evitando ogni forma di impegno, sia esso intellettuale, politico, sociale o altro, sospende in un dubbio irrisolto, l’esigenza stessa della serietà. Lo spettacolo di Jean-Michel Ribes, attualmente direttore del “Theatre du Rond Point” a Parigi, autore di eventi teatrali, cinematografici e televisivi e che vanta collaborazioni artistiche, fra gli altri, con Roland Topor, è allestito, nella traduzione di Adriana Martino, da Beno Mazzone, che ne cura oltre alla regia anche le scene. Interpreti degli improbabili, rocamboleschi personaggi di “Teatro senza animali” sono gli attori Gabriele Calindri, Andrea Failla, Simonetta Goezi, Massimiliano Lotti e Elisabetta Ratti. Le musiche sono curate da Antonio Guida, le luci da Fiorenza Dado, gli elementi scenici ideati e realizzati da Giovanna Puccio e Claudia Campanella, che ha collaborato anche come costumista. Dal 21 al 25 marzo “Teatro senza animali” sarà preceduto dallo spettacolo “Angels”. Per informazioni sui costi dei biglietti e per prenotazionji rivolgersi al Botteghino, telefono 091.6174040.

Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI