ATTUALITÀ
Legambiente: la Sicilia domina nell'abusivismo edilizio
Nuovi preoccupanti dati arrivano dall'associazione Legambiente, secondo cui la Sicilia guida la classifica 2013 dell’abusivismo edilizio nelle aree demaniali costiere
Iil 2013 è stato un anno ricco di demolizioni, anche molto importanti come gli scheletri di Lido Rossello e di Scala dei turchi sulla costa agrigentina ad esempio, rimossi dopo vent’anni di battaglie legali, ed è stato anche un anno denso di tentativi per approvare in Parlamento un nuovo condono mascherato sotto le forme più diverse.
Tra emendamenti e disegni di legge, Legambiente ne ha contati cinque. Ben 22 dal gennaio del 2010, tutti rispediti al mittente, anche grazie all’attiva opposizione dell’associazione. Ma l’ultimo, il ddl Falanga è passato un mese fa al Senato con 189 sì, 61 no e 7 astenuti.
Accanto alle promesse di sanatoria, il nuovo cemento illegale può contare su un altro “incentivo” micidiale: la quasi matematica certezza che l’immobile abusivo non verrà abbattuto. Il rapporto tra ordinanze ed esecuzioni è bassissimo: le demolizioni superano di poco il 10%.
L’attivismo di alcune Procure siciliane che hanno diffidato nell’ultimo anno e mezzo le amministrazioni comunali perché applicassero la legge, con l’acquisizione e la demolizione degli abusi non sanati, ha prodotto il disorientamento e la resistenza di chi aveva trovato finora tutti gli alibi possibili per evitare un atto obbligatorio ma che veniva considerato impopolare.
«Da qualche mese a questa parte – dice Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente Sicilia – si sono potuti apprezzare i primi positivi effetti con demolizioni importanti come quella di Scala dei Turchi, ma non sono mancate reazioni di senso contrario».
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