ARTE E ARCHITETTURA
Le officine della giovane arte palermitana
Forse non molti sanno che a Palermo esiste un rapporto di collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti di Palermo e il Comune per la valorizzazione dell’arte contemporanea e della creatività emergente e che questo progetto, “Le officine dell’arte”, permette ai giovani artisti della scena cittadina di approfondire alcune tematiche e istanze della contemporaneità. Con la curatela di Daniela Bigi e Claudio Peotta, nell’ambito della rassegna è stata organizzata a Palazzo Ziino “Videopassport”, una mostra di video firmati da giovani creativi.
Ogni artista, appartenente dunque alla scena cittadina, ha potuto così dimostrare ed esteriorizzare la propria modalità di interazione con il mezzo video. Sei e differenti sono i lavori di: Luna Amato, Loretta Bennici, Carlo Cislaghi, Laboratorio Saccardi, Federico Lupo, Domenico Mangano. Il Laboratorio Saccardi proponeva un suo irriverente lavoro, confermandosi uno dei gruppi d’artista più fuori dagli schemi dai tempi del Dada, anche se rischia di divenire manierista di se stesso. Il gruppo, pluripremiato in due edizioni della manifestazione di arte contemporanea “Il Genio di Palermo”, ha avuto modo quest’anno di risiedere in uno dei centri più attivi nell’ambito dell’arte contemporanea: lo SMART Project Space di Amsterdam.
La mostra, “VideoPassport” avrebbe dovuto essere visitabile dal 14 ottobre al 14 novembre ma problemi vari ed eventuali hanno fatto sì che fosse spostata dai Cantieri Culturali della Zisa a Palazzo Ziino. È aperta, dunque, soltanto fino al 31 ottobre. Ci chiediamo se il prossimo evento in programma sarà realizzato veramente nel luogo e nel tempo prestabilito, ossia alla Grande Vasca dei Cantieri Culturali della Zisa dal 4 novembre al 16 dicembre. Si tratterà questa volta di un laboratorio sulla drammaturgia siciliana e speriamo che verrà dato più spazio agli artisti e alla giovane creatività. Non è infatti credibile e condivisibile che le mostre dei giovani artisti vengano presentate per così poco tempo, "strozzando" in qualche maniera gli sforzi di critici e istituzioni, come l’Accademia, che intendono incoraggiarli. L’arte ha bisogno di grandi spazi per potere essere libera e mai soffocata dalle "grinfie" di una pessima politica.
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