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"Labmust": a Ustica un laboratorio-museo di Vulcanologia a cielo aperto

Dall’organizzazione di importanti workshop internazionali alle sale espositive: Ustica si conferma meta ambita da un turismo internazionale, scientifico e sportivo

  • 3 luglio 2017

Il Laboratorio-Museo di Ustica

È stato ricavato nei locali di un fortino borbonico degli inizi dell’Ottocento ed è un’istituzione culturale nata nel 2015 da un protocollo d’intesa tra il Comune di Ustica e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

Si trova nell'isola di Ustica, porzione emersa di un enorme edificio vulcanico, innalzatosi dal fondo del Tirreno nell’ultimo milione di anni. Circa 130.000 anni fa, la furiosa attività eruttiva prodotta dal cono della Falconiera, illuminava l’orizzonte della costa siciliana settentrionale, dando luogo all’ultima eruzione subaerea dell’isola.

Sull’orlo di questo antico cratere, per metà sprofondato nel mare, si trova il "Labmust", Laboratorio Museo di Scienze della Terra Isola di Ustica, anima e Direttore del Museo è Franco Foresta Martin, giornalista scientifico e studioso, che ha curato la gestazione e la nascita di questa interessante istituzione insieme al Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica.
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I Il Laboratorio-Museo si trova in posizione panoramica , si raggiunge facilmente a piedi tramite una breve escursione, con magnifici scorci (soprattutto al tramonto) e una vista che abbraccia quasi l’intera isola.

L’area espositiva consta di due sale, una in cui è possibile visitare la mostra permanente “Ustica prima dell’uomo”, che illustra l’interessante storia geologica del vulcano nell’ultimo milione di anni, e un'altra con delle mostre temporanee, postazioni interattive e strumenti di misura di alcuni parametri geofisici e geochimici.

La definizione di Laboratorio-Museo sottintende anche un altro significato: questa nuova istituzione vuole diventare un punto di supporto scientifico per i numerosi ricercatori e studenti che vengono ad Ustica, al fine di condurre le loro ricerche non solo sulle tematiche geologiche e naturalistiche ma anche su quelle archeologiche.

Da un paio d’anni, infatti, il Labmust promuove attivamente alcune ricerche che hanno trovato spazio nelle pagine di importanti riviste scientifiche internazionali, tra queste uno studio sulla provenienza delle ossidiane di Ustica, che ha portato a interessanti e innovative implicazioni sul commercio nel basso Tirreno del vetro vulcanico al tempo del Neolitico, e studi di archeo-astronomia condotti nel Villaggio preistorico dei Faraglioni, dove la posizione stessa del villaggio sembra essere stata suggerita dal percorso del sole durante il solstizio d’inverno.

L’importanza del Laboratorio-Museo è confermata quest’anno dall’organizzazione di un importante workshop internazionale di vulcanologia, voluto dall’International Association of Volcanology and Chemistry of the Earth’s Interior (IAVCEI) e dall’Associazione Italiana di Vulcanologia (AIV), che avrà come tema lo studio delle eruzioni esplosive e il loro impatto sulle civiltà del Mediterraneo (in programma dal 12 al 16 settembre 2017).

Non solo dunque subacquei e appassionati del mondo sommerso, ma anche vulcanologi, naturalisti e archeologi; Ustica si conferma meta ambita da un turismo internazionale, scientifico e sportivo, sia sopra che sotto il livello del mare.
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