ARTE E ARCHITETTURA
La rinascita del Serpotta
Ci sono voluti tre anni di lavori di bisturi, raschietti e scalpellini, portati avanti dalla Soprintendenza ai beni culturali di Palermo
Alcuni erano pericolanti, altri fratturati o distaccati, altri quasi irriconoscibili sotto uno spesso strato di sporco, con i colori originali alterati dall’umidità e dalle efflorescenze saline. Adesso, dopo tre anni di lavori di restauro, che hanno visto in molti casi anche il recupero delle strutture, in dieci tra oratori e chiese di Palermo, i puttini di Giacomo Serpotta e della sua bottega, le complesse unità figurative e le statue delle Virtù, angeli e santi, sono tornati a risplendere. Ci sono voluti tre anni di lavori di bisturi, raschietti e scalpellini, portati avanti dal servizio beni architettonici e quello per i beni storico artistico della Soprintendenza ai beni culturali di Palermo guidati da Matteo Scognamiglio e Giulia Davì, in collaborazione col dipartimento di chimica della facoltà di Ingegneria di Palermo.
In molti spazi i cantieri resteranno aperti fino alla primavera o fino all’estate ma intanto, fino al 6 gennaio, nell’ambito delle manifestazioni per i 25 anni dell’assessorato regionale ai Beni culturali volute da Fabio Granata, gli oratori di San Mercurio, San Lorenzo, del Rosario in Santa Cita, del Rosario in San Domenico, l’oratorio dei Bianchi con gli stucchi dell’ex chiesa delle Stimmate, l’oratorio del Carminello e dell’Immacolatella e le chiese dell’Assunta, del Carmine maggiore e la cripta di quella dei Tre Re riaprono le porte e mostrano i lavori i lavori già completai e laddove ci sono ancora i cantieri aperti, alcune fasce decorative recuperate. I restauri sono frutto di un intenso lavori di squadra, che ha visto impegnati gli architetti della Soprintendenza Matteo Scognamiglio, Giulia Davì, Giuditta Fanelli, Marilù Miranda, Maria Giovanna Tornabene, Mariella Marrone, Patrizia Palermo, Gioacchina Cirami, con la collaborazione di Giovanni Errera.
Una tecnica particolare, quella di Giacomo Serpotta, che partendo da un materiale povero come lo stucco, completava le sue opere con un ultimo strato di finitura bianco candido, composto di polvere di marmo di Carrara e tre parti di calce. La tipica “allustratura” degli stucchi si otteneva con un’ultima velatura molto leggera che rendeva la superficie liscia e compatta, mentre spatole calde e panni di lino rendevano le opere levigate e lucenti, con con quell’effetto così simile al marmo che è la caratteristica tipica dei putti del Serpotta. Le visite guidate agli oratorie e alle chiese del Serpotta sono il sabato e la domenica fino al 6 gennaio, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, organizzate dall’associazione “Amici dei musei siciliani”. Sarà attivo, in concomitanza, anche un servizio gratuito dell’Amat. Tre minibus, riconoscibili perché saranno serigrafati con immagini del Serpotta, saranno attivi il sabato e la domenica e partiranno ogni 23 minuti, da via Paolo Paternostro, angolo piazza Castelnuovo, dalle 8.45 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Sarà possibile effettuare le visite guidate anche l’8 dicembre e il 6 gennaio. Domenica 7 dicembre alle 21.15 all’oratorio del santissimo Rosario in san Domenico, in via Bambinai, prosegue anche la rassegna dei concerti “Note di stucco”, in collaborazione con l’associazione “Antonio il Verso” inserita tra le manifestazioni natalizie del Comune, che si terranno anche a san Mercurio, santa Cita e san Lorenzo. L’ingresso ai concerti è gratuito ma a causa del numero limitato dei posti, si accede solo con gli inviti, che si possono già ritirare a palazzo Ziino (via Dante 53), dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.
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